NEL GIRO DELLE GRANDI CADUTE SARONNI E' SUBITO STACCATO



https://www.youtube.com/watch?v=n8RrKggYhQc

di MARIO FOSSATI

la Repubblica, 29 maggio 1988

CAMPITELLO MATESE - Lo sciopero di noi giornalisti ha riportato il ciclismo all'indietro; lo ha circondato di vasti silenzi. Quando ieri l'altro pure la Tv ha spento le luci, nel cielo del 71esimo Giro è sembrato galleggiare l'antico dispaccio telegrafico, che (narrano gli annali) "l'organizzazione affiggeva in esclusiva dietro le vetrine della Lancia-Lyon Peugeot, in piazza Castello, a Milano". Era l'anno 1909 e i pochi privilegiati che disponevano di un telefono potevano conoscere a domicilio (chiamando il N. 33-38) il contenuto dei gialli telegrammi. 

Probabilmente per quanto riguarda la segnalazione del percorso, la sala-stampa, il colossale ritardo di stesura di ordini d'arrivo e classifiche Vincenzo Torriani ha inteso rifarsi alla corsa del primissimo Novecento. 

Il Giro d'Italia, consegnata la maglia rosa, il 23 maggio, al vincitore del circuito di Urbino, Bernard, ha toccato Ascoli Piceno (primo Bontempi); è entrato a Vasto (vittorioso lo svizzero Joho). A Rodi Garganico Stefano Podenzana, gregario a tempo pieno e capitano a tempo perso, ha strappato di prepotenza l'insegna del primato a Bernard. 

Nel pomeriggio dello stesso giorno a Vieste, nella cronosquadre, la Del Tongo-Colnago di Piasecki e Saronni, ha preceduto di 11 secondi la Carrera. A Santa Maria Capua Vetere, l'indomani, Ciclone Bontempi, puntualissimo allo sprint. 

Ieri, nell' acquivento la sparata di Chioccioli, che è andato su per l'erta di Campitello con la rapidità di una lucertola su un muro; e all'opposto, il crollo pressoché verticale di Delgado (arrampicatore di vaglia, marmato dal freddo) e di Saronni. 

I due giovani più attesi al Giro, Frondriest e Bugno, hanno abbandonato la scena. Il primo di essi, anzi, Fondriest, neppure ha fatto l'ingresso in palcoscenico. Per i postumi di una caduta, ha abbandonato la compagnia prima della recita. Il secondo, Bugno, ha compiuto una toma (leggi capitombolo), sul piatto spaventosa. Una lama di ferro, abbandonata da chissacchì gli entra nel cerchio della ruota anteriore e lo catapulta in avanti. La clavicola spezzata, sei punti di sutura all'arcata sopraciliare destra. Lo trasportano all'ospedale di San Giovanni Rotondo - e non informano la Casa, la Chateaux d'Ax che non sa dove egli sia - infine il medico, dottor Ferrari, lo rintraccia e dispone per il trasporto in elicottero verso una clinica bergamasca, dove gli ridurranno la frattura. 

Quarantotto ore fa, a Santa Maria Capua Vetere, l'ultima drammatica caduta. Nel cuore della cittadina, un antico arco, due colonne. Un chilometro e cinquecento metri al traguardo. Un funzionario dell'organizzazione segnala, di lato, insufficientemente l'ostacolo ai corridori allupati. Il gruppo si scinde in due, a sessanta orari. Cascatone a metà gruppo. Dopo l' arco si fa mucchio, un orribile mucchio. Sul trottoir restano Rodolfo Massi, Erik Pedersen, e Pius Schwarzentruber. 

Massi, un marchigiano, il femore sinistro rotto, la frattura del trochite omerale sinistro, un lago di sangue. Lo soccorrono. Il suo d.t., Carlino Menicagli, appoggia il capo sul volante: e piange. Schwarzentruber ha sbriciolato la clavicola sinistra. 

I corridori hanno diritto di non incontrare un antico arco a poco più di mille passi dal traguardo. Lo striscione avrebbe potuto essere steso appunto mille metri innanzi. Giustamente l'Associazione corridori ha denunciato l'accaduto. E' stata aperta una inchiesta. 

Il povero Massi è oggi al C.T.O. di Careggi. Sfogliamo il carnet della tappa di ieri, la Santa Maria Capua Vetere-Campitello. Le Mond, malandato, non è partito. L'élite del Giro - da Hampsten a Zimmermann, da Raminger e Breukink, da Visentini a Bernard, alla maglia rosa Podenzana - è racchiusa nello spazio di tempo di un minuto e quaranta secondi. Delgado è lontano. Sul piano inclinato della salita finale, lucida di pioggia, e avvolta anche da fumo di nebbia, Chioccioli ha staccato Hampsten e Zimmermann di 12", Rominger e Contini di 23", Breukink e Bombini di 31 e 35". 

Oggi, il Giro con Podenzana sempre in rosa corre su Avezzano, 178 ondulati km. 

LA SITUAZIONE 
2 tappa: 1. Bontempi (Ita); 2. Soerensen (Dan); 3. Rosola (Ita). 
3 tappa: 1. Joho (Svi); 2. Bombini (Ita); 3. Bordonali (Ita) s.t.; 
4 tappa (prima frazione): 1. Podenzana (Ita); 2. Tomasini (Ita); 3. Galleschi (Ita); Seconda frazione, cronosquadre: 1. Del Tongo (Ita); 2. Carrera (Ita); 3. Gewiss-Bianchi (Ita); 
5 tappa: 1. Bontempi (Ita); 2. Van Der Velde (Ola); 3. Allocchio (Ita). 

Così a C. Matese: 
1. Chioccioli (Ita) km 137 in 3h 52' 55"; 2. Hampsten (Usa) a 12"; 3. Zimmermann (Svi) s.t.; 

Classifica: 
1. Podenzana (Ita) 26h 18' 13"; 2. Chioccioli (Ita) a 45"; 3. Zimmermann (Svi) a 1'18".

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