E SPUNTA L'OMBRA DI UN TERZO SEQUESTRO
di MEO PONTE
la Repubblica, 22 aprile 1990
TORINO - Non una gang di imprenditori, di dilettanti approdati al crimine per risollevare le sorti delle loro aziende claudicanti ma una anonima sequestri piemontese, specializzata nel rapimento di bambini.
Bruno Cappelli, Valentino Biasi e Franco Maffiotto, i tre insospettabili catturati dai carabinieri nella villa sulla riviera ligure in cui era tenuta prigioniera da 78 giorni Patrizia Tacchella, oltre che di quello della figlia del re dei jeans potrebbero essere stati gli autori di altri sequestri, i cui responsabili sinora non sono mai stati individuati.
Già mercoledì scorso Federica Isoardi, la figlia del proprietario dell' Alpitour, sequestrata nel gennaio '84, guardando la televisione, nelle foto dei tre arrestati ha riconosciuto due dei suoi rapitori.
Ora i nomi di Valentino Biasi e di Bruno Cappelli fanno capolino in un altro misterioso rapimento. Quello del piccolo Pietro Garis, il figlio del titolare di un' impresa di legname di Vinovo, un grosso centro della cintura torinese, rapito il 22 gennaio 1975.
Pietro Garis che allora aveva cinque anni fu rapito in una nebbiosa mattina di quindici anni fa da due uomini in tuta sportiva davanti all'abitazione dei nonni materni, mentre con le sorelle Renata di otto anni e Margherita di sette stava per salire sul bus che avrebbe dovuto portarlo all'asilo.
Il bimbo fu liberato il 30 gennaio dopo il pagamento di un riscatto di circa mezzo miliardo di lire. I suoi rapitori non furono mai identificati.
Si scopre ora che Valentino Biasi, arrestato a Santa Margherita Ligure mentre insieme ai due complici sorvegliava Patrizia Tacchella, dal 1970 al 1975 ha lavorato come camionista per l' azienda dei Garis.
In quegli anni infatti Biasi, allora trentasettenne, non era ancora l'imprenditore rampante che nel 1986 avrebbe affascinato Carla Mosso, discendente da una delle più ricche famiglie della borghesia piemontese. Proprietario di un camion lavorava come autotrasportatore per la ditta di legnami di Vinovo. Anzi, negli uffici della Garis & Co., aveva conosciuto la futura moglie, Maria Massola, cugina in primo grado di Bruno Cappelli. Conoscemmo Valentino proprio quando lavorava come camionista per la ditta di legnami e compensati di Vinovo... ricorda Aurelio Cappelli, il padre di Bruno.
Il rapporto di lavoro di Biasi con l'impresa dei Garis si sarebbe interrotto pochi mesi dopo la liberazione del piccolo Pietro. Il camionista nel settembre dello stesso anno crea la IBO, International Business Office, un'impresa di consulenza finanziaria con un capitale sociale di cinquanta milioni di lire che sarà posta in liquidazione volontaria nel 1984.
Il 1975 è, curiosamente, anche l'anno della fondazione della Microprofil, l'impresa di profilati in acciaio di Bruno Cappelli.
Come il caso Isoardi anche il rapimento di Pietro Garis presenta numerose analogie con quello di Patrizia Tacchella. Tre sequestri effettuati sempre in gennaio, dalla breve durata e con bambini come vittime. E in tutti e tre i casi viene notato l'accento piemontese del telefonista che tratta il riscatto con le famiglie. C' è quindi il sospetto che i rapitori di Patrizia Tacchella possano essere stati i membri di un'inafferrabile anonima sequestri che per anni ha agito indisturbata.
Due anni dopo Pietro Garis a Torino fu infatti rapito Giorgio Garbero, 4 anni, nipote di Orfeo Pianelli, ex presidente del Torino Calcio. Fu liberato dopo 24 giorni, dietro il pagamento di un miliardo e mezzo. Anche allora i rapitori la fecero franca. E' un altro caso che potrebbe essere risolto dopo la cattura dei tre imprenditori, così sicuri della loro imprendibilità da pensare probabilmente ad un nuovo colpo. Nella villa di Santa Margherita infatti polizia e carabinieri avrebbero trovato ritagli di giornale sulla Sweda, azienda di registratori di cassa, sponsor qualche anno fa del Torino Calcio. Un nuovo obiettivo della anonima piemontese?
MEO PONTE
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