FOOTBALL PORTRAITS - Spinesi, il gabbiano Gionatha (2005)


di CHRISTIAN GIORDANO ©

Inutile piangere sul bomber perduto. Con i se e con i ma non si fa la storia, neanche quella della salvezza. 

Nel gennaio 2004 l’allora presidente Cipollini virtualmente l’aveva preso, Gionatha Spinesi: e sarebbe stato probabilmente uno dei migliori colpi messi a segno nella sua gestione. Ma qualcosa andò storto. «C’era un accordo tra me e il Bologna e tra il Bologna e il Bari – raccontò all’epoca il bomber, oggi al Catania – Mi aveva chiamato Mazzone, ma prima il Bologna doveva cedere uno fra Rossini e Tare, il che non accadde. Io non ne ho colpa, in A e a Bologna sarei andato anche a piedi». 

Sotto i Portici, la vulgata è un po’ diversa: fu Cipollini a volerlo, ma Mazzone si oppose e la spuntò. Poi ci si mise in mezzo anche il destino: perché il 12 gennaio, su assist di Nakata dalla destra, Tare segnò a Lecce il gol del successo rossoblù (2-1, per i salentini ci fu il primo gol in A del bimbo-prodigio Bojinov) e così sfumarono due trasferimenti ormai certi: quello dell’albanese al Modena, e quello di Spinesi qui. Lì per il ragazzone comincia il calvario. La società barese lo accusa di aver rifiutato il trasferimento, il giocatore finisce fuori rosa nonostante un girone d’andata da favola. A fine stagione conterà 12 gol in 20 gare, buone per l’approdo ad Arezzo (22 in 39) e poi al Catania, sempre in B, dove anche quest’anno è partito col piede giusto: 4 centri in 10 partite. Il Bologna del suo concittadino Amoroso, che stasera non ci sarà, sa bene che, al Cibali, quello spilungone con la maglia numero 24 è il pericolo numero uno. Perché Spinesi ha il gol nel sangue. 

Li ha sempre fatti, sin da ragazzino, nei Dilettanti, con la squadra della sua città. Cresciuto ammirando in curva il Pisa dei miracoli del mitico presidente Romeo Anconetani, vulcanico per antonomasia, Spinesi, classe 1978, debutta in nerazzurro nel 1995-96 (10 gare, 4 reti), grazie alla fiducia del tecnico Dario Salvatori. Poi è per due anni in B col Castel di Sangro (20 e 3 il primo anno, 32 e 5 il secondo), prima delle sei stagioni baresi, tre delle quali fra i cadetti. è lì, in Puglia e in B, che si costruisce la fama di cannoniere di categoria. A Catania l’hanno accolto con tutti gli onori. Fosse arrivato a Bologna, si sarebbe forse tolto quell’etichetta di «buono per la B» che gli ha un po’ pesato. Di sicuro, stasera, se ne avrà l’occasione, non farà sconti. Ulivieri & C. dovranno stare in guardia. 

CHRISTIAN GIORDANO
la Repubblica – ed. Bologna, 21 ottobre 2005

Commenti

Post popolari in questo blog

PATRIZIA, OTTO ANNI, SEQUESTRATA

Allen "Skip" Wise - The greatest who never made it

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?