Terzi, prove da Capitan Futuro: «Non mi sento neppure titolare» (2006)



di CHRISTIAN GIORDANO
la Repubblica, edizione. Bologna - 16 marzo 2006

Capitan Futuro, visto che nel presente il capitano è Pagliuca. «E a Vicenza, dopo che lui s' era fatto male, Bellucci, il vice, era stato espulso. E' stato bello prender la fascia, m'ha fatto piacere». Claudio Terzi, centrale difensivo di belle, si spera bellissime speranze, è oggi la miglior realtà d'un Bologna che alla stagione può chiedere solo un finale senza brividi. Il capitano l'ha fatto per caso, ma è tutt'altro che casuale la sua presenza al centro della difesa, quasi una garanzia a dispetto del doppio cambio di allenatore e di una guarigione-lampo da uno dei peggiori infortuni che possano capitare a un calciatore. 

«E' successo tutto nel 2005 - si disimpegna in sala stampa com'è solito uscire dall' area, e cioè con piglio e furbizie da veterano -. Prima il collaterale del ginocchio destro, a marzo quand'ero al Napoli; poi il crociato anteriore del sinistro». Un recupero record, in campo 98 giorni dopo quel maledetto 21 ottobre a Catania. «Abbiamo lavorato molto, io e i ragazzi dell'Isokinetic: due sedute al giorno tutti i giorni. Poi sono rientrato e ho fatto un tempo con la Primavera». 

Nel frattempo, Mandorlini aveva sostituito Ulivieri, che ora se lo ritrova titolare. Il ravennate non è riuscito a goderselo, ma ci aveva visto giusto: con me, da qui alla fine, giocherà sempre. E Ulivieri, per scelta o per necessità, è già su quel solco. «Titolare non mi sento - si schermisce lui con umiltà sospetta -, anche se sono consapevole delle mie qualità. Non sono ancora al 100%, devo lavorare, perché dopo la partita qualche dolorino lo sento. E con Nastase a posto, non so se col Torino avrei giocato. Poi mi sono trovato bene, è tornato Ulivieri e adesso la mia ambizione è convincerlo a confermarmi la fiducia». 

Letta tra le righe, fare una buona B da titolare l' anno prossimo e poi si vedrà. Continuando a crescere, non mancheranno palcoscenici più adeguati. La storia di Terzi è semplice come la facilità con cui legge in anticipo il gioco. Lui dice che fu Stefano Pioli, che lo mise a sinistra di Clayton nella linea a tre della difesa Allievi campione d'Italia, a tracciare le strada. 

«E' l'allenatore che m' ha insegnato di più, perché prima non ero un calciatore. M' ha fatto difensore, ruolo che ho coperto in tutte le posizioni, al centro e sulle fasce, anche se da ragazzino stavo pure a centrocampo». Un anno fa andò in prestito al Napoli, «perché a 19-20 anni trovare spazio in A era difficile, meglio allora scendere, per fare esperienza. Là, due allenatori, società nuova, pochi risultati e neppure il campo d' allenamento: è stata dura, ma poi le cose sono migliorate e quei mesi mi sono serviti». 

Dice Ulivieri che per l'alto livello «gli manca volume, specie nella parte alta del corpo, e dovrà fare un lavoro lungo. Ha qualità, piedi buoni, da destro naturale che calcia bene anche col sinistro, ma con quelli ci si deve sempre esercitare. Legge bene le situazioni per non rischiare di trovarsi uno contro uno con l' attaccante». Il colpo di testa, invece, «non è un mio punto di forza, ma neanche di debolezza. Non tanto per la statura, ma per stacco e tempismo». 

Se tutto va come deve andare, il Bologna ha pescato il jolly. E magari presto i tifosi rossoblù sorrideranno, ricordando quella disgraziata trasferta vicentina in cui il bambino finì a fare il capitano.

CHRISTIAN GIORDANO
la Repubblica
16 marzo 2006 sez. Bologna




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