FOOTBALL PORTRAITS - Huntelaar, il Cacciatore (2006)


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Lo chiamano The Hunter, giocando sul cognome e sul fiuto del gol che lo rende una specie di nuovo Ruud van Nistelrooy. A soli 23 anni, deve ancora maturare ma ha la stoffa del bomber di razza e la testa giusta per sfondare

di Christian Giordano - Guerin Sportivo (2006)
© Rainbow Sports Books

Estate 2000, per avere il centravanti serbo Mateja Kežman il PSV Eindhoven versa al Partizan Belgrado la cifra più alta mai sborsata da un club olandese: 11 milioni di euro. Il 29 dicembre 2005 l’Ajax ritocca il record per il mercato interno: 9 milioni di euro all’Heerenveen per assicurarsi (fino al 30 giugno 2010) il 22enne Klaas-Jan Huntelaar, top scorer dell’attuale Eredivisie. Piccolo particolare: Huntelaar aveva lasciato il PSV di Gus Hiddink perché chiuso da Kežman

Klaas Jan Huntelaar nasce il 23 agosto 1983 a Drempt, piccolo centro della provincia del Gelderland dove è nato anche il motociclista Jarno Boesveld

Cresce nella parte orientale nota come de Achterhoek, la zona bassa della città, dove comincia a giocare nel club dilettantistico H&K (Hummelo en Keppel, l’attuale Hessen Combinatie '03, nda). 

A 10 anni viene scoperto dagli scout del De Graafschap (club di Doetinchem che prende il nome olandese della provincia, la più estesa dei Paesi Bassi), dove compie, come il difensore Jan Kromkamp (classe 1980, oggi al Liverpool), l’intera trafila nelle giovanili. 

Nel 2000, a 17 anni non ancora compiuti, accetta l’invito del settore giovanile del PSV. Nella academy del club di Eindhoven, grazie anche agli insegnamenti di “Skiete Willy” van der Kuylen, leggendario fromboliere biancorosso negli anni Sessanta-Settanta (394 centri in 648 gare col club), mostra subito il suo istinto per la rete diventando il miglior cannoniere della formazione A1 e poi della Jong (la formazione giovanile). 

Tanta prolificità lo mette nel mirino della Juventus, che raffredda il proprio interesse quando constata che il ragazzo fatica a entrare in prima squadra. Nel novembre 2002, contro l’RBC Roosendaal, Hiddink gli concede l’unica presenza in Eredivisie facendolo subentrare, al 76’ proprio al posto di Kežman. Ma dopo la pausa invernale torna (in prestito) al De Graafschap. Per lui, altre 9 presenze in massima divisione, senza gol. «Non c’era spazio per me – spiega KJH – Avevo davanti Kežman e Jan Vennegor of Hesselink». 

In estate, altro prestito. Sempre nella regione del Gelderland ma stavolta, via-PSV, all’AGOVV di Apeldoorn, club neopromosso in Eerste Divisie (Prima divisione, la seconda serie professionistica, nda) il cui nome è l’acronimo di Alleen Gezamenlijk Oefenen Voert Verder, «solo allenandoci insieme andremo lontano». 

Uno che allenandosi andrà lontano è l’ultimo arrivato, che alle dipendenze del trainer Jurrie Koolhof (altro ex attaccante del PSV, negli anni Ottanta) finalmente esplode: 26 gol in 35 partite e titoli di capocannoniere e miglior giocatore del torneo. 

L’exploit gli attira le attenzioni dell’Heerenveen, società del nord che nell’estate 2004 lo acquista a titolo definitivo per appena 100mila euro ma con una clausola speciale: il PSV riceverà il 15% su quanto il club della Frisia, che lo vincola con un triennale, incasserà dalla successiva cessione della giovane promessa. Un anno e mezzo dopo, a Eindhoven arriveranno 1.35 milioni di euro proprio dagli odiati rivali di Amsterdam. 

Nella sua prima stagione in biancoblù, Klaas-Jan segna 17 volte in 31 presenze. In metà della seconda, 16 in 14, cioè 0,73 a partita. 

Falliti i tentativi con il belga Wesley Sonck e i greci Nikos Machlas e Angelos Charisteas, ovvio che l’Ajax finisse per mettergli occhi addosso. A volerlo erano anche il Feyenoord e l’AZ Alkmaar e, all’estero, il Napoli del dg Pierpaolo Marino, la Fiorentina (per la quale agiva Marco De Marchi, ex Bologna e Vitesse e oggi agente sul mercato belga-olandese) e l’Amburgo. 

Ma oltre al cash, a decidere è stata la ferma volontà del giocatore, che ha telefonato al club di Rotterdam per comunicare la decisione già presa: Klaas voleva l’Ajax anche e soprattutto per il sistema di gioco ajacide: due ali vere (Mauro Rosales e lo svedese Markus Rosenberg o il rumeno Nicolae Mitea, a lungo fuori per infortunio) e un trequartista (gli scontenti Wesley Sneijeder o Steven Pienaar, che a fine stagione andrà via, come Hatem Trabelsi e Nigel de Jong, nda) al servizio del centravanti. Lui. 

«Voglio giocare in una squadra offensiva, vicino la porta avversaria e preferibilmente con due ali. Mi sono sempre espresso al meglio, sin dalle giovanili, come punta centrale fra due esterni e alle spalle il numero 10, in modo da creare tanto movimento e scambiarci le posizioni sul primo e secondo palo quando arrivano i cross». 

Curiosità: l’accordo è stato ufficializzato prima dello scontro diretto di Eredivisie all’Abe Lestra Stadion, l’ultima gara di KJH in biancoblù. 

Davanti a quelli che 26 ore dopo il triplice fischio sarebbero diventati i suoi nuovi compagni, Huntelaar ha segnato di testa il 17-esimo gol in 15 giornate e ispirato una rete nel 4-2 che ha interrotto la serie di 5 vittorie consecutive degli amsterdammers. 

Una settimana dopo, l’8 gennaio, iniziava il primo allenamento in biancorossi dopo la breve pausa invernale. In realtà la trattativa era trapelata lunedì 19 dicembre, quando i media nazionali avevano riportato che Ajax e Heerenveen avevano raggiunto l’accordo sui termini del contratto. 

A confermarlo, in tv, erano stati lo stesso Huntelaar e il suo agente, Arnold Oosterveer. Per la firma, era solo questione di tempo. Già venerdì 23 sembrava potesse esserci la fumata bianca: secondo la stampa olandese, mentre le società definivano gli ultimi dettagli del trasferimento, Huntelaar aveva già sostenuto le visite mediche. La presentazione ufficiale era attesa per l’indomani. Ma qualcuno aveva parlato troppo presto. Con un comunicato ufficiale l’Ajax precisava che il club e l’Heerenveen erano «vicini a un accordo», ancora non arrivato. Ai più era sembrata una reazione a quanto dichiarato sul sito dei tifosi AbeLenstra.com dal presidente dell’Heerenveen, Riemer van der Velde, secondo il quale era tutto fatto sulla base di 9 milioni di euro. 

La vera storia venne fuori qualche ore più tardi: l’Ajax e l’Heerenveen erano più o meno d’accordo sull’indennizzo, ma non su alcuni dettagli, compreso il cosiddetto development fee, l’indennizzo di formazione per i giovani del vivaio, che legalmente doveva essere corrisposto al primo club di Huntelaar, il De Graafschap. In genere è la parte acquirente (nel caso specifico l’Ajax) a versare l’indennizzo, ma il club di Amsterdam insisteva che nella fattispecie avrebbe dovuto pagarlo l’Heerenveen, che aveva acquistato Huntelaar a titolo definitivo dal PSV. I rispettivi rappresentati legali hanno studiato il contratto anche a Natale, prima di ufficializzare la cessione ma senza precisare se a indennizzare il De Graafschap sia stato l’Ajax o l’Heerenveen. Ma conta il giusto, tanto biancorosso rimarrà poco. La caccia al cacciatore è aperta.

LOTTA DI KLAAS

È nella sua parentesi all’AGOVV che si comincia a parlare di Huntelaar come di un attaccante alla Morientes, non a caso uno dei suoi modelli di riferimento. «L’ho studiato parecchio – dice –, e il paragone mi lusinga. Siamo simili. Ha talento e visione di gioco, è abile di testa, sa smarcarsi e si affida più alla tecnica che alla forza. Anch’io gioco così». 

In realtà anche col fisico (1,86 x 78 kg) non scherza, per referenze chiedere a due marpioni come i centrali interisti Walter Samuel e Iván Ramiro Córdoba

KJH ci ha messo 16’ a segnare al debutto in Champions League. E lo ha fatto “col fisico”, di e con la testa, dimostrando una grande capacità di riprendere la coordinazione, di avere stazza e di non farsi mettere sotto sul piano psicologico. Già pronto per le massime ribalte continentali e a suo agio anche con i media, Klaas per sfondare ha tutto, a cominciare dall’umiltà e dalla consapevolezza di dover migliorare, specie su velocità, tocco e potenza. Gianluca Vialli gli ha consigliato in diretta di farlo restando un paio d’anni all’Ajax. 

Intanto lui studia al video Therry Henry, Alan Shearer, Hernán Crespo e Ruud van Nistelrooy

E ricorda tutti i gol che ha segnato (vi ricorda qualcuno, magari un Superpippo nostrano?), specie i 10 in nazionale nelle qualificazioni agli Europei Under 21, compreso il 2-0 nello spareggio con la Slovenia a ottobre. O la quaterna in campionato nel 6-0 al RBC Roosendaal, squadra contro cui debuttò in Eredivisie. 

«Huntelaar è un centravanti vero, adattissimo all’Ajax. È il miglior goleador d’Olanda ed è ancora giovane. Ho molta fiducia in lui e nel suo futuro qui», ha detto il tecnico Danny Blind, che grazie a lui ha potuto abbandonare il 4-4-2 per il 4-3-3, sistema di gioco che per gli ajacidi è nel DNA. 

«Davanti alla porta è spietato – dice del bomber il laterale sinistro Urby Emanuelson, suo compagno in biancorosso – Quando va alla conclusione inquadra sempre il bersaglio e sa difendere la palla». Resta da convincere il Ct olandese Marco van Basten, prossimo a convocarlo nella nazionale “A”. 

Assieme a Klaas erano in attesa di una telefonata i centrocampisti Theo Janssen, 24-enne del BV Vitesse (già convocato da Louis van Gaal nel 2001 e mai schierato) e Nicky Hof, 22enne del Feyenoord, per ora l’unico chiamato. 

In concorrenza con van Nistelrooy, Roy Makaay, Dirk Kuijt, Robbie van Persie, Vennegor of Hesselink, Martijn Meerdink e le ali Romeo Castelen e Arjen Robben, per Klaas trovare un posto già a Germania 2006 sarà dura. Ma se continuerà a segnare così (24 reti in 22 giornate in questa Eredivisie, 7 in 8 con l’Ajax; già 67 in 100 gare di campionato in carriera), durissima sarà tenerlo fuori. 

CHRISTIAN GIORDANO
Guerin Sportivo (2006)


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