Sconfitti gli assi africani
La magnifica Radcliffe è per la terza volta la regina di New York
3 Nov 2008 - Corriere della Sera
Giorgio Rondelli
MILANO — La grande novità della maratona di New York che ieri ha visto al via 40 mila podisti (record), è la dura sconfitta degli atleti africani, battuti sia dall’esperto brasiliano Marílson dos Santos, già vincitore nel 2006, sia da una travolgente Paula Radcliffe, che ha così fatto tris con le vittorie del 2004 e nel 2007. Se nelle altre due occasioni il successo era arrivato praticamente in volata, ieri la fondista britannica ha inflitto un autentico k.o. alle avversarie stroncandole, una alla volta, con una formidabile progressione, passando in 1.13’23’’ a metà gara, per trionfare in 2.23’56’’, con un secondo parziale di 1.10’33’’. L'ultima ad arrendersi alla scatenata britannica è stata la 40 enne russa Ludmila Petrova, 2ª in 2.25’43’’, ma brava è stata anche l’esordiente americana Kara Goucher, terza in un ottimo 2.25’53’’. Per la Radcliffe, primatista mondiale con 2.15’25’’, quello di ieri è l’8˚ successo nelle 10 maratone disputate in carriera. Purtroppo per lei quelle andate male sono state le gare olimpiche di Atene 2004 e di Pechino 2008.
Il brasiliano Marílson dos Santos si è invece imposto in rimonta in un ottimo 2.08’43’’ riprendendo proprio nell'ultimo chilometro il marocchino Abderrahim Goumri, 2 ˚ in 2.09’07’’. Alle loro spalle distacchi pesanti per Daniel Rono 3˚ in 2.11’22’’ e soprattutto per il grande Paul Tergat classe 1969, 4˚ in 2.13’10’’.
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Radcliffe bounces back in Big Apple
3 Nov 2008 Sport
By Tom Knight in New York
PAULA RADCLIFFE’S love affair with this city continued yesterday when she again proved that when she is fit and healthy, she is the world’s finest marathon runner.
Eleven weeks after she struggled home injured and in 23rd place at the Olympics in Beijing, she confirmed her return to form by winning her third New York Marathon in 2hr 23min 56sec.
Only Grete Waitz has won more, with nine victories between 1978 and 1988 and it was fitting that the Norwegian was among the first to congratulate Radcliffe on the podium.
This was Radcliffe’s seventh victory in seven big city starts and while her Olympic failures in Athens and Beijing remain constant reminders of her fallibility at the highest level, there is no doubting her ability to bounce back from adversity.
For all her recent setbacks, which included the stress fracture of her left femur she sustained in May, this will rank among Radcliffe’s greatest performances as it came with the perfect execution of the bravest of tactics.
Despite the cool temperatures on Staten Island and a fierce north-easterly wind, she led from the start and controlled the race throughout.
With a group of up to six women, including Gete Wami, Kara Goucher and the eventual runner-up, Ludmila Petrova, happy to follow her pace, Radcliffe ploughed on through 20 miles before accelerating.
The change of pace saw every challenger fall away and at 22 miles, Radcliffe’s victory was assured. The number of New York Marathons Radcliffe must win to beat Grete Waitz’s record She covered the second half of the race almost four minutes quicker than the first and the nearest anyone came to challenging the Briton was Petrova, the 40-year-old champion from 2000, but even she was almost two minutes behind at the finish.
Radcliffe said: “No one else wanted to lead and it was really windy out there. I knew that everyone was lining up behind me and was careful to stay relaxed and in control because I wanted to run negative splits. I came here very confident because my training since the Olympics was so good.” Goucher, the American who was third on her marathon debut, put it more succinctly. “Today Paula just hammered us,” she said.
As in 2007, Radcliffe crossed the finish line at the Tavern on the Green with her arms aloft and then scooped up her daughter, Isla, before waving to the massive crowd. “Isla puts everything in perspective,” she said. “She’s the best thing I’ve ever achieved and she loves me whether I win or lose.”
Radcliffe will leave New York with a winner’s cheque for $165,000 (£102,555), scant consolation for the Olympic gold that remains so elusive.
“It’s frustrating, of course,” she said. “The Olympics come around only every four years and you have to get it right.
“Why can I get it right every time in New York and not at the Olympics? You have to deal with what life offers you.”
Radcliffe’s target remains London’s 2012 Games. “I accept that there’s a finite number of good marathons in anyone, but I believe that the number varies from person to person. I’m grateful for every one.”
The men’s race was won by Marilson Gomes dos Santos, the Brazilian who pulled off a shock victory here in 2006.
On this occasion, he overhauled Abderrahim Goumri, of Morocco, in the final two miles to win in 2:8-43.
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Prodi: dolori alla gamba, rinuncio alla maratona
2 Nov 2008 - Corriere della Sera
DAL NOSTRO INVIATO F. Alb.
NEW YORK— «Game over, non ce la faccio proprio, la gamba mi fa un gran male. Che rabbia, mi sentivo in forma...». Mezzogiorno di ieri sotto il sole primaverile di Central Park: Romano Prodi, calzoni della tuta azzurri e giubbotto grigio, getta la spugna con una smorfia di delusione. L’ultimo test è andato male, «direi malissimo». Addio maratona di New York, almeno per quest’anno. L’ex premier ci ha provato fino all’ultimo, ma è stato messo fuori gioco da un persistente dolore tra la gamba e la schiena: «Si tratta probabilmente di uno stiramento o forse di sciatalgia» ha spiegato il professor Francesco Conconi, che ha ieri accompagnato Prodi nell’ultimo test a Central Park e che, a differenza dell’amico Romano, è invece prontissimo, alla faccia dei suoi 73 anni, a partire stamattina dal ponte di Verrazzano assieme alla marea dei 40 mila iscritti, tra i quali quasi 4 mila italiani. Doveva essere la seconda maratona della vita, per l’ex premier. La prima fu quella di Reggio Emilia, nel dicembre 2005: doveva durare solo 21 chilometri e invece Prodi ne percorse 42 in 4 ore e 21 minuti. Ma il suo sogno era New York e quest’anno, approfittando dei tanti impegni legati all’incarico Onu in Africa, aveva deciso di provarci. È andata male: mercoledì scorso, dopo un allenamento a Central Park sotto una pioggia gelida, i primi dolori. Inutili massaggi e antidolorifici: «Sarebbe stato imprudente rischiare, ho tanto lavoro» si è arreso il Professore.
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Maratona, taglia il traguardo e muore
4 Nov 2008 - Libero
FRANCESCO PERUGINI
NEW YORK - La gioia e il pianto uniti dallo stesso cognome. Domenica scorsa mentre un Gomes, Marilson dos Santos, 31 anni, si aggiudicava la maratona di New York in 2h8’43” vincendo per la seconda volta in tre anni una delle gare podistiche più affascinanti del mondo, un altro Gomes, Carlos José, che di anni ne aveva ben 58, si accasciava al suolo dopo aver tagliato il traguardo di Central Park.
Appena conclusa la sua prova, Gomes ha avuto un malore ed è stato immediatamente soccorso dai medici. L’uomo, di nazionalità brasiliana proprio come il vincitore della corsa, è però morto durante il trasporto all’ospedale Lennox Hill di Manhattan.
La maratona newyorchese, che in campo femminile ha visto il terzo successo dell’inglese Paula Radcliffe, 34 anni, otto maratone vinte su dieci disputate (uniche sconfitte le gare olimpiche di Atene e Pechino), è sicuramente la 42 km più ambita dai podisti amatoriali di tutto il mondo (40mila i partecipanti l’anno, oltre 3.500 i nostri connazionali iscritti quest’anno).
Tra gli italiani il primo classificato è stato Francesco Minerva, 26esimo, con il tempo di 2h23’19”. Tra le donne, la migliore azzurra, con il tempo di 2h48’03”, è stata Lucilla Andreucci.
Nel corso dell’edizione 2008, la 39esima della storia, sono stati registrati altri due malori: due uomini, rispettivamente di 58 e 41 anni, sono stati colpiti da attacco cardiaco e sono stati ricoverati in ospedale. Non si sa nulla delle loro condizioni.
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