Quanto va veloce l'Aston di Martin


di Christian Giordano ©
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«Prepared», prepàrati. Dell'Aston Villa è il motto, sopravvissuto come il nome, compattato nell'acronimo AVFC, al restyling imposto dal 2 maggio 2007 allo stemma sociale dalla nuova proprietà. Quella che fa capo a Randy Lerner, tycoon Usa che nell'agosto 2006, dopo 23 anni di reggenza Doug Ellis, s'è accollato il club. Per 66,7 milioni di euro. Il miracolo Villans nasce lì, grazie al patrimonio - stimato da "Forbes" in 1,2 miliardi di euro - del già proprietario dei Cleveland Browns della NFL.

Brooklyniano, classe '62, Lerner è un chairman popolare e generoso. Ama il basso profilo e sa cosa vogliono i tifosi. Con la squadra in zona-Champions League, ha messo sul piatto 30 milioni di sterline per il mercato invernale. In estate, ne aveva spesi oltre 40 per Brad Friedel, Brad Guzan, Luke Young, Carlos Cuéllar, Nicky Shorey, Steve Sidwell e James Milner. In più aveva prolungato il contratto a sette giocatori. Per il capitano Martin Laursen - che ha ereditato la fascia da Gareth Barry, tentato a inizio stagione dal Liverpool - il rinnovo era arrivato la scorsa stagione.

Chiari segnali: al Villa Park, adesso, i migliori restano. Ashley Young, ala di 23 anni, è quello che guadagna di più: 56 mila sterline la settimana. A 52.500, c'è la punta John Carew (please, "Carèv" alla norvegese o "Carù" all'inglese: "Chèriu" non esiste), che dopo un avvio da 5 gol in 9 gare di campionato, uno in Intertoto e uno in Coppa Uefa, è ancora fuori per guai alla schiena. 

Contratti pesanti sono stati stipulati con l'altra ala Milner (10 milioni al Newcastle), l'interno Sidwell, rinato dopo il flop al Chelsea, il deludente difensore spagnolo Cuellar e Friedel, 37enne portiere statunitense arrivato dal Blackburn per far dimenticare Scott (s)Carson, preso in prestito nell'agosto 2007 e spedito con ignonimia al West Bromwich Albion per i troppi erroracci. Uno sul "suo" palo, lo scorso 10 gennaio, ha regalato ad Agbonlahor il gol e agli ex compagni la vittoria per 2-1. Soldi a parte, il primo artefice della rinascita è l'allenatore Martin O'Neill. Nordirlandese, 56 anni, motivatore implacabile, l'ex centrocampista del Nottingham Forest bicampione d'Europa (1979 e 1980) ha raccolto una squadra 16esima in campionato e ha scalato 5 posizioni l'anno: 11° posto nel 2007, 6° nel 2008.

Quando arrivò, dopo un'estate come opinionista per la BBC a Germania 2006, trovò una società nel caos. Con alla porta quattro consorzi - guidati dal miliardario americano Randy Lerner, dal tifoso storico Michael Neville, dal giudice Nicholas Padfield e dall'agente di Sven-Göran Eriksson, Athole Still - tutti ansiosi di rilevare le quote di "Deadly" Ellis, poi rimasto come presidente onorario, e con O'Neill come prima scelta per la successione di David O'Leary.La squadra era da ricostruire, quasi come la fama di O'Neill. Uno che in Premier League mancava da sei anni e veniva da una storia analoga a quella romanista di Cesare Prandelli. Più fortunata, però.

Dopo il miracolo-Leicester, O'Neill aveva vissuto cinque stagioni da sogno al Celtic, condotto a tre titoli di Scottish Premier League e alla finale UEFA, persa 2-3 a Siviglia contro il Porto di José Mourinho. Poi, per stare vicino alla moglie malata Geraldine, aveva lasciato Parkhead. Migliorate le condizioni della consorte, rieccolo in pista. Al Villa Park, ci è voluto un po' ma poi il marchio di fabbrica di O'Neill è emerso: squadre alte e grosse e atleticamente forti, 4-4-2 senza fronzoli, contropiede come se piovesse. Anticalcio, l'accusa più benevola. Ma anche limitata adattabilità di gioco e schemi agli uomini a disposizione. 

E, rotto il perticone Carew, un'alternativa sottorete ad Agbonlahor. A O'Neill, come a Capello (di cui fu, con Mourinho, l'unico concorrente credibile per la panchina inglese), là davanti piace il centravanti-boa. Senza il norvegese, sottovalutata meteora romanista, ha schierato un 4-5-1 spesso asfittico, con Milner avanzato a seconda punta. Marlon Harewood, ormai, è scaduto a rincalzo fisso.

Non a caso, il 23 gennaio, per 3,5 milioni di sterline, accordo fino al 2012, è arrivato dal Wigan Athletic il 31enne Emile Heskey, pupillo del tecnico già nei 4 anni di comune militanza al Leicester (1995-99). Forse un piano-B rispetto ai 25enni Dean Ashton, al West Ham fino al 2013, e Kevin Doyle, nazionale irlandese del Reading valutato 7 milioni (euro o sterlina quasi pari sono), ma pur sempre partner di Wayne Rooney in nazionale. La rosa non pare competitiva sui tre fronti (la League Cup se n'è andata il 23 settembre, 0-1 dal QPR) e O'Neill ha ammesso che arriverà il momento delle priorità. Più che i 16esimi di UEFA col CSKA Mosca la più alta ce l'ha il campionato, perché il quarto posto - obiettivo pure di Arsenal e Everton - significa Champions League.

Soldi veri, e fasti del passato ritrovati. Suggestioni a parte, le analogie fra la squadra campione d'Europa nel 1982 e questa squadra si sprecano. Tony Barton la vinse schierando nel torneo 14 giocatori, O'Neill in questa Premier ha ruotato nell'undici iniziale 15 elementi. Gli infortuni di Bouma e Laursen (due mesi out per l'intervento al ginocchio destro, dopo che i guai al sinistro stavano per farlo smettere col calcio), però, suonano come campanello d'allarme in difesa. Reparto che perderà anche Nicky Shorey, 27enne strapagato al Reading 4 milioni in agosto: O'Neill gli ha detto che deve cercarsi un'altra sistemazione. «Questo gruppo è più forte del nostro - giura Shaw, oggi 49enne, tornato al club come addetto ai media - Ashley Young, Milner e Agbonlahor sono tutti sulla ventina, giocano divertendosi. Noi avevamo un manager, Ron Saunders (con buona pace del vice, Tony Barton, subentrato dalla semifinale di andata contro l'Anderlecht, ndr), che faceva di tutto per toglierci pressione, e O'Neill fa lo stesso».

Neanche i Villans '82 avevano grandi stelle o un gioco spettacolare. Estro di Shaw a parte, Gordon Cowans (oggi istruttore nelle giovanili)smistava per l'ala Tony Morley che crossava per lo sgraziato Peter Withe. L'1-0 di Rotterdam arrivò così. «Sono passati quasi 25 anni da quella Coppa, rivincerla è il nostro sogno», disse O'Neill nella conferenza stampa di presentazione, il 14 agosto 2006. I tempi non sono maturi, ma se si avvererà sarà perché al Villa si sono "prepared" per tempo.

Christian Giordano ©
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