NBA - Il caso Donaghy: fischia il vento, urla la bufera


Che spettacolo la NBA. Là sì che i campioni vengono tutelati. Perché sono un patrimonio della lega, e sono loro che fanno vendere biglietti, e spazi pubblicitari, a tariffe milionarie.

Tutto vero, anche troppo. Come funziona, questa tutela, nella NBA lo ha spiegato nel suo libro Tim Donaghy. Sì, "l'arbitro delle scommesse", che (per quello) si è fatto quindici mesi di carcere.

In Blowing the Whistle, parafrasi del "Blowing in the Wind" di Bob Dylan perfetta per chi di mestiere soffiava in un fischietto - e a più livelli strepitoso gioco di parole per la "gola profonda" che denuncia crimini e/o misfatti -, racconta retroscena inediti dei suoi tredici anni, dal 1994 al 2007, nel campionato più bello, ricco e famoso al mondo.

Una lega nella quale, secondo lo stesso Donaghy, vige una legge non scritta: quando la partita diventa molto fisica, specie nell'ultimo quarto e durante i playoff, per averne il controllo bisogna fischiare falli che altrimenti non verrebbero sanzionati: i cosiddetti "touch fouls".

Con la raccomandazione di non fischiarli mai alle stelle. Duplice l'obiettivo: averle in campo fino alla fine per tenere alta l'audience televisiva, fargli sistemare le cifre che contano: punti, rimbalzi, assist, stoppate, palle recuperate.

Donaghy fa anche i nomi. Raja Bell, specialista difensivo oggi ai Bobcats: era sgradito a Kobe Bryant perché su di lui l'ex Suns difendeva alla morte. 

Secondo Donaghy, al raduno degli arbitri NBA, quando nei video dimostrativi compariva Bell, la raccomandazione era il fischio sistematico.

Un po' come se, nel calcio, per tutelare i campioni e q8uindi lo spettacolo - il designatore Collina raccomandasse alla sua "squadra" di fischiare a ogni contatto su Eto'o, Diego, Cassano, Ronaldinho e Totti.

La NBA però è prima di tutto uno show, e la storia del suo regolamento lo conferma. Quindi il vero "scandalo", semmai, sono le sue pressioni sulla casa editrice affinché il libro venisse ritirato. Ufficialmente perché non aveva avuto il nulla osta dall'ufficio legale. Ufficio legale che, dalla controparte NBA, chiederebbe un risarcimento danni "hollywoodiano".

Donaghy adesso cerca un editore, oppure si metterà in proprio. Anche per lui, show must go on.  

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
Sabato 31 ottobre 2009

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