Pinot giovane e in bianco

domenica 8 luglio 2012

"La vittoria è bella". Se lo è tatuato, in italiano, sul bicipite destro, Thibaut Pinot, che mai avrebbe sognato di centrarla subito, al suo primo Tour de France e da più giovane del gruppo, nel tappone con 7 GPM, da Belfort a Porrentruy, in Svizzera.

Ventidue anni come il fenomeno Peter Sagan, Pinot è una creatura di Marc Madiot, diesse che lo spingeva come un invasato dall'ammiraglia della FDJ-Big Mat, la squadra da lui fondata - senza il secondo sponsor - nel '97 col fratello Yvon. Ma non fatevi ingannare, sotto quella massa brizzolata si nasconde una delle più lucide menti del ciclismo pro.

Mago della Parigi-Roubaix, vinta due volte - nell'85 e nel '91 - Marc Madiot è, in gruppo, uno dei più contrari all'uso delle radioline in corsa. "I corridori non sono pecore", una delle sue massime più riuscite. Per lui conta ancora il fattore umano, l'istinto del corridore.

E' con quello che ha deciso di portare al Tour un talento che ha vinto da dilettante il Giro della Val d'Aosta 2009 e da professionista la Settimana Lombarda 2011. Indeciso se correre il Tour o la Vuelta dei 10 arrivi in salita, Pinot ha scelto la Grande Boucle perché "non capita tutti gli anni che il Tour passi da casa tua". Figuriamoci vincervi da ragazzino, con il destino nel nome. Spumeggiante e bianco, come la maglia di miglior giovane. Il suo prossimo sogno.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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