BIKE PORTRAITS - Pantani, il cuore del Pirata


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Battiti, non cifre. Emozioni, più che pulsazioni; 34 al minuto a riposo, 175 alla soglia. Vittorie in carriera: Eddy Merckx 525, Fausto Coppi 118, Marco Pantani 46. Qua-ran-ta-sei. Non è col gelo dei numeri che si misura la grandezza del Pirata, ma col fuoco della passione. Col cuore. Quello rapito dei tifosi. E il suo: rubato, e portato a casa dal medico legale, per paura che lo trafugassero.

Un motore da 400 watt di potenza, 150 in meno di Lance Armstrong e di Miguel Indurain; montato su un telaio di 53-54 kg, contro i 77 di Lance e gli 80 di Miguelón. Con 6 litri di capacità polmonare rispetto agli oltre 7 dell'americano e ai quasi 8 del navarro. Parametri che si spianano quando la strada si inerpica, quando getti via la bandana, ti alzi sui pedali e ti riprendi la vita, la libertà. Là dove osano i Pirati, gli dei dell'Olimpo. Più in alto, più forte, più veloce. Per primo. «Per abbreviare l'agonia».

Da ragazzino giocava a calcio e tifava Milan. Al condominio organizzano corse in bicicletta. Lui, non lo stacca nessuno. Nonno Sotero gli regala la prima bici da corsa "vera". La più costosa. La differenza ce la mette lui, il nonno, perché al cuore non si comanda. Figurarsi a quello di un campione.

Gli esordi da dilettante alla Giacobazzi. E i consigli, mai ordini, di Pino Roncucci, il suo mentore. Quello che non si e non ti dimentica. Il passaggio da pro', alla Carrera del diesse Davide Boifava e del "Diablo" Claudio Chiappucci. Il premio preteso in caso di vittoria al Giro e al Tour: «Pantani, hai fatto un affare». «No, l'affare l'avete fatto voi».

Il bronzo mondiale nella morsa spagnola Olano-Indurain ai duemila-e-cinque di Duitama, nella terra di Macondo, cara a García Márquez.
Contro la jeep, nella Milano-Torino. Il gatto di traverso in discesa al Giro.
Contro quel «problema», contro «la sostanza». Contro il Sistema. Contro Lance.
La doppietta alla Coppi: Giro e Tour nel '98, il suo anno magico. 
"Magico Pantani": il club fondato da Vittorio Savini, il suo primo diesse, alla Fausto Coppi. Lo striscione è ancora lì, davanti al Caffè dei Pini. Nella "sua" Cesenatico, dove ogni suo passaggio bloccava il traffico per ore. Come l'Italia alla tv per i suoi scatti in salita, o le sue discese folli.

Grazie, Marco: per i battiti, non le cifre.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
14 febbraio 2014

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