Contador come Froome, Nibali padrone

“Vedrai che qualcuno arriverà”. Caduto e ritirato Chris Froome alla quinta tappa. Caduto e ritirato Alberto Contador alla decima. Tornano in mente le parole di Jacques Goddet all’ex corridore Albert Bouvet, diventato giornalista de l’équipe. Il Napoleone del Tour si riferiva alla Roubaix, che per non morire introdusse, dal ’68, la foresta di Arenberg. La stessa che ha fatto capire al mondo che quest’anno alla Grande Boucle, l’uomo da battere è lui, Vincenzo Nibali. 

Nel tappone che chiude il trittico sui Vosgi, nel giorno della Presa della Bastiglia, lo Squalo si riprende la maglia gialla e un bella fetta di Tour. El Pistolero picchia la schiena in discesa, si taglia profondo il ginocchio destro. Il gruppo dei big rallenta per evitare polemiche. Ma davanti è in fuga Kiawtowski che ha già quattro minuti. E’ un uomo di classifica, meglio andarlo a prendere. L’Astana di Nibali e la Sky di porte si mettono a tirare. Ma nella tappa dei sette colli e dei 4 GPM di prima categoria, il sale è nella coda. 

L’ascesa verso La Planche des Belles Filles. Nibali parte ai 2,5 km, Valverde e Porte provano a rispondere. Provano. Vincenzo va a riprendere Rodriguez, uno scricciolo che in montagna ci sguazza. Anche Pinot molla.
Nibali stacca “Purito”, e alla fine gli rifila 52 secondi e va a vincere alla Totti. Il ciuccio è per la piccola Emma Vittoria, che lo guarda in tv. Dopo il giorno di regalo a Tony Gallopin, Nibali si riveste di giallo. Come a Sheffield: tappa e primato. Il Tour ha un padrone. L’Italia un campione. E vedrete, arriverà.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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