La festa non è finita

Non è finita finché non è finita. Il vecchio motto di Yogi Berra, leggenda del baseball USA, vale in ogni sport.
E più che mai al Tour, dove l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. A maggior ragione se piove, in gruppo si arriva in 164 e dopo 15 forature, con 3500 km nelle gambe e a due giorni da Parigi. 

La maglia gialla di Vincenzo Nibali non è in discussione, ma a 3 km dalla fine lo Squalo è bravo a non farsi impigliare nella rete di cadute, in cui finisce anche la maglia verde Peter Sagan. Alla penultima occasione di una vittotria di tappa che in questa Grande Boucle gli è sempre sfuggita.
 
L'ha colta al volo invece Ramunas Navardauskas, al secondo successo al Tour dopo la cronosquadre del 2011. Il 26enne passistone della Garmin ripete così in giallo quanto fatto al Giro: la cronosquadre del 2012, e un anno fa, con Nibali in rosa, il tappone del Vajont. A Bergerac, invece, scatta ai meno 10, come Nibali il giorno prima. E anticipa di 7" il gruppo, regolato da Degenkolb davanti a Kristoff, Renshaw, Bennati e Petacchi. Gli occhi del mondo, però, sono tutti per lui, lo Squalo. Alla passerella di Parigi mancano 54 km contro il tempo. Poi si farà festa. Perché sarà finita.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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