Mai dire Majka
Nemmeno doveva esserci il 24enne polacco al Tour: se mi ci mandate vuol dire che non mi volete bene, aveva detto Rafal alla sua Tinkoff, la squadra di Alberto Contador e di Roman Kreuziger, fermato per valori anomali neol passaporto biologico.
Invece alla Grande Boucle non solo c'è andato, all'ultimo e senza preparazione, ma da riserva di Kreuziger ha centrato la sua prima vittoria da professionista. Un successo che inseguiva dall'ultimo da dilettante, nel 2010 con una società italiana, la Petroli Firenze.
Nel tappone che chiudeva la due giorni alpina, quella con l'infinito Lautaret e lo storico Izoard, ha vinto da solo. Settimo e sesto agli ultimi due Giri d'Italia, ha dimostrato di andare forte anche sulle strade di Francia.
In un Tour sempre più italiano: dominato da Vincenzo Nibali, e con Alessandro De Marchi abbonato al numero rosso di miglior combattente. Il giorno dopo l'impresa sul Chamrousse nel centenario di Gino Bartali, ai 3,6 dal traguardo Vincenzo si mette in tasca un'altra bella fetta di Tour: lo Squalo azzanna il secondo posto a 24 secondi da Majika e rifila un altro minuto al succhiaruote Valverde e 26 secondi a Bardet e a Pinot, i due francesini classe '90 che si beccano come i capponi manzoniani.
In classifica generale Nibali comanda con 4'37" su Valverde, 4'50" su Bardet, 5'06" su Pinot e 5.49" su TJ Van Garderen. Il patron Tinkoff ha detto che il suo Contador è più forte, e che senza cadute avrebbe vinto Alberto. Allora è proprio vero: Parigi è sempre più vicina.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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