Brändle, sperando che l'Ora duri
Sei settimane. Quarantadue giorni è durato il record dell'Ora di Jens Voigt. Uno in più degli anni del tedesco, che alla veneranda età di 43, il 18 settembre scorso sulla pista svizzera di Grenchen, aveva portato il limite a 51,110 km.
Sempre in Svizzera, ma sul vicino velodtromo di Aigle, l'austriaco Matthias Brändle, lo ha battuto di ben 742 metri, portando il primato a 51,852 chilometri (2 metri in più del cartello "ufficiale" stampato dalla UCI, ndr) su una bici del peso di 7,2 chili.
Come tanti prima di lui, è partito forte ma non fortissimo, evitando di andare sopra soglia per non restare senza forze per il rush finale con cui stava per sfondare lo storico "muro" dei 52 chilometri. Traguardo sfumato per la fisiolologica flessione negli ultimi quindici minuti.
Brändle è un passistone di 1,89 per 75 chili, corre su strada per la IAM ed è professionista dal 2009. Compirà 25 anni il prossimo 7 dicembre, quindi ha tutto il tempo per migliorarsi ancora, grazie anche alle modifiche regolamentari apportate la scorsa primavera dall'UCI (la federazione internazionale), come l'impiego di gomme piene e delle appendici sul manubrio.
Modifiche che hanno cancellato i primati di Moser, Obree, Indurain, Rominger e il primo Boardman; e al contempo ha rilanciato una specialità che sembrava - è il caso di dirlo - anacronistica. E che invece ha il fascino, irresistibile e unico, dell'eterna lotta dell'uomo contro il Tempo.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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