Lombardia 2014, la Classica delle foglie Martin


Cinque sono le classiche monumento: in ordine di calendario Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia. Daniel Martin se ne è già messe in bacheca due, la Liegi 2013 e adesso la Classica delle foglie morte. La corsa che più ama. Quella che chiude la stagione.

E che aveva sfiorato già nel 2011, quando finì secondo dietro allo svizzero Oliver Zaugg e davanti allo spagnolo Joaquim Rodríguez. Il gran favorito di giornata, a caccia di uno storico tris consecutivo che manca dai tempi di Fausto Coppi. Purito però non aveva la gamba delle ultime due edizioni, e nemmeno la stessa rabbia: due anni fa prese tanta acqua da gettare a terra la borraccia, l'anno scorso voleva far pagare a Valverde il tradimento mondiale di Firenze. 

Quest'anno invece la rabbia era tutta di Martin, caduto all'ultima curva prima dell'ormai certo bis alla Liegi e poi nella cronosquadre al Giro. Non voleva però fare la fine dell'eterno piazzato Alejandro Valverde, e così se n'è andato ai 600 metri, anticipando le ruote più veloci: gli stessi Valverde e Rodríguez, che si detestano al punto da correre a perdere, ma anche Aru e Wellens. E così il nipote d'arte ha vinto alla zio Stephen Roche: in contropiede, e a braccia alzate. Davanti al solito Valverde e al campione del mondo uscente, il portoghese Rui Costa.

Il neocampione del mondo, Michał Kwiatkowski alla prima in maglia iridata, ha finito coi crampi. Valverde invece ha finito con l'ennesimo podio una settimana memorabile: bronzo mondiale a Ponferrada, la nascita della figlia Natalia, piazzato al Lombardia e primo posto sicuro su Alberto Contador nella classifica World Tour UCI. Ma se fosse felice, non sarebbe Valverde.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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