Mbakogu e i gol con vista sull’Europa
Il bomber del Carpi ha la fidanzata in Francia,
gli occhi del Borussia addosso e Drogba come modello
di Davide Setti, La Gazzetta dello Sport
CARPI (Modena) - E’ partito da Lagos undici anni fa per raggiungere il papà in Italia. Ma il giro del mondo di Jerry Mbakogu è solo all’inizio. Da Scorzè, provincia di Venezia, dove è arrivato da piccolo con mamma e sorella e ha cominciato nella locale squadra di Esordienti, è passato da Padova, poi la Primavera del Palermo, la Juve Stabia e il Carpi.
Con i biancorossi, sorprendentemente in alto grazie anche ai suoi 6 gol in 10 gare (oggi c’è la sfida con la Ternana), il 22enne attaccante nigeriano ha trovato la dimensione ideale per far esplodere il suo talento. Il d.s. Giuntoli ha scommesso su di lui, facendogli firmare in estate un contratto di 5 anni, dopo la mancata iscrizione che lo ha fatto svincolare dal Padova e ora su di lui ha messo gli occhi il Borussia Dortmund. «Sono ambizioso per natura – spiega Mbakogu, che in prestito a Carpi l’anno scorso ha segnato 7 reti in 28 gare – e il sogno di tutti quelli che giocano al calcio è approdare in un grande club. Ora penso al Carpi. L’obiettivo resta la salvezza».
Piedi e cuore
La Germania può essere il suo futuro, il presente è diviso fra Carpi e Parigi, dove abita e studia la fidanzata Lavinia, cui recentemente ha dedicato la doppietta (su rigore) che ha steso il Latina, poco prima di fare il bis a Pescara nell’ultimo fragoroso 5-0. «Lavinia è la mia più grande certezza – prosegue Mbakogu – e il nostro rapporto è uno dei segreti che c’è dietro a questo a mio ottimo momento. Lei mi dà l’equilibrio per fare al meglio questo mestiere».
Il cuore, la testa e i piedi funzionano all’unisono, ora che i tanti infortuni che lo hanno bloccato negli ultimi anni sono alle spalle. «Ho fatto tanta gavetta – ricorda – prima di trovare un ambiente ideale come quello di Carpi. A Castellammare pensavo di poter fare il salto di qualità dopo il primo anno, quando abbiamo vinto la Coppa di Lega Pro e conquistato la B. Ho imparato a giocare anche da esterno, ma il ruolo in cui posso dare il meglio è quello da attaccante centrale. Poi dall’anno successivo (2011-12, ndr) è iniziato un piccolo calvario, fra infortuni e ricadute che mi hanno tenuto a lungo fuori.
Sono stati momenti difficili, quando sono arrivato nell’estate del 2013 al Carpi venivo da 6 mesi di stop e al Padova non c’era posto per me. Ho accusato la lunga inattività nella prima parte di stagione, ma il Carpi ha avuto la pazienza di aspettarmi. Anche per questo ho voluto a tutti i costi tornare qui in estate, dopo l’azzeramento del Padova, nonostante fossero arrivate al mio agente altre richieste. So che questa per me è la stagione più importante della carriera: se faccio bene col Carpi si possono aprire le porte del grande calcio».
Il modello
E magari un giorno sfidare Didier Drogba, il campione a cui da sempre si ispira. «Se arrivassi a fare anche solo la metà di quello che ha fatto lui sarei felice – sorride – lo ritengo un modello da seguire, in campo e fuori. Ho visto che ha segnato anche lui domenica: non credo che smetterà mai di fare gol. La nazionale nigeriana? E’ un sogno, ma devo ancora migliorare tanto».
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