Marchi ha un segreto: «Mi esalto con Piola»

L’attaccante della Pro nello stadio del mito di Vercelli: «Vedendo le sue foto mi carico. Come contro il Bari...»

ALESSIO DA RONCH, Gazzetta dello Sport

Il pallone è a casa sua. E’ un trofeo, il ricordo della prima tripletta in carriera, quella che sabato ha firmato il 3-0 sul Bari, quella che lo ha issato al primo posto nella classifica dei cannonieri della Serie B insieme a Mbakogu e Castaldo. Il sorriso di Ettore Marchi, però, è reso particolarmente scintillante da un’altra considerazione: «Su quel pallone - spiega - ci sono tutte le firme dei miei compagni, perché quel trofeo lo abbiamo conquistato insieme, così come abbiamo ottenuto insieme tutti i traguardi dello scorso anno. Sono felice, sarei ipocrita a negarlo, per questi gol, ma credo che conti di più quello che sta facendo la Pro Vercelli e, ancor di più, quello che faremo a Vicenza. E’ uno scontro diretto e avremo la possibilità, finalmente, di mostrare miglioramenti anche fuori casa. Insomma, sarà una sfida fondamentale, perché noi pensiamo solo alla salvezza, la serie A è un’altra storia, alla quale penseranno soprattutto Bologna e Catania, le squadre più forti».

Niente sogni 
Lui è fatto così. Non si nasconde dietro frasi fatte, pensa quello che dice e, a quasi 29 anni (li compie domani), non si fa esaltare dal momento più alto della sua carriera: 8 gol in Serie B non li aveva mai fatti e siamo arrivati soltanto alla 12a giornata. «La classifica marcatori non la guardo, così come non mi faccio tradire dai sogni, sinceramente non penso alla Serie A, né agli attaccanti che, pur in età avanzata, hanno saputo stupire tutti anche nella massima categoria come per esempio [Christian] Riganò o [Dario] Hubner. Ne ho viste troppe per farmi coinvolgere, il campionato è appena iniziato, ci vorrà ben altro oltre a questa tripletta per sentirmi diverso».

Piola e l’orgoglio 
Lui però adesso diverso lo è davvero. «In passato - ammette - ero riuscito a conquistarmi i miei spazi anche in Serie B, ma giocavo seconda punta, a volte ala. Davanti a me c’erano sempre attaccanti importanti: Godeas, Altinier, Baiano. Qui a Vercelli sono tornato centravanti, come facevo da ragazzino. Allenatore e dirigenti mi hanno preso proprio con questa idea. Non ho rimpianti , io ho la convinzione che ognuno abbia ciò che si merita. So che lavoro e sacrificio mi hanno fatto migliorare giorno dopo giorno. Io semmai ho un motivo d’orgoglio diverso: essere il centravanti della Pro Vercelli, la squadra di Silvio Piola, l’attaccante che ha segnato di più. Riuscire a far gol qui mi riempie di orgoglio e, lo ammetto, mi entusiasma. Ora però non paragonatemi a lui. Io, naturalmente, non l’ho mai visto giocare dal vivo, ma sono andato a cercare dei vecchi filmati, e poi vedo sempre allo stadio il disegno della sua famosa rovesciata. Straordinaria. Non chiedetemi però di rifarla, troppo difficile».
Alessio Da Ronch, Gazzetta dello Sport

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