Man U-Liverpool: più che derby

Il derby d'Inghilterra non esiste. Ma se ci fosse, correrebbe lungo quei 44 km in linea d'aria e 55 di auto lungo la M62: tra l'Old Trafford di Manchester, e la sponda rossa del Mersey; dall'altra parte dello Stanley Park.
 
Altro che City-United, o Reds-Toffeemen: è United-Liverpool la classicissima del calcio inglese. Quella tra le grandi storiche di quel football, le più vincenti, le più blasonate. Anche se oggi, non si direbbe. Lo United fuori dalle coppe europee pare una contraddizione in termini; il Liverpool retrocesso in Europa League, quasi un insulto antistorico.
 
A Old Trafford il tempo per ricostruire manca per definizione, e così persino un santone come Louis van Gaal s'è sentito dare del bollito. Arrivato allo United con dodici anni di ritardo, il guru olandese però non s'è scomposto. Ha speso - tanto e forse male, specie dove più serviva: là dietro - ma piano piano sta confermando l'assunto di tutta una carriera: per intravedere le squadre di van Gaal, servono almeno quattro mesi. Detto, fatto: quinta vittoria in fila, e terzo posto solitario. 
 
Rilancio arrivato, guarda caso, col rientro di Robin van Persie, tornato a far coppia con lo straordinario Rooney di novembre: 5 gol in sei gare, nazionale compresa. Van Gaal ha trovato la quadra con il 3-4-1-2 e l'ex flop Fellaini mediano basso, ma ancora fatica ad assimilare un trequartista come Mata: sublime sul piano tecnico, ma forse lento di gamba e tempi di giocata per fare davvero la differenza in alta Premier League.
 
In estate sono stati investiti 150 milioni di sterline per Di Maria, Shaw, Herrera, Rojo, Blind e l'onerosissimo prestito di Falcao, che - parola dello stesso van Gaal - è in forma per giocare al più venti minuti.
Iron Tulip - il "tulipano di ferro", soprannome che detesta - ha definito "disgustose e insultanti" le indiscrezioni che vorrebbero lo United pronto a spenderne altri 100 a gennaio. Ma la coperta là dietro è corta, e la Champions diretta sembra insieme l'obiettivo massimo eppure minimo.
 
Dall'altro capo della M62, per colmare il vuoto lasciato da Luis Suarez s'è sbagliato tutto lo sbagliabile, e forse oltre. Trapiantato in rosa mezzo Southampton, Brendan Rodgers ha puntato molto, su Balotelli, ora pure infortunato, e come Prandelli al mondiale, si sta bruciando. A metà classifica in campionato, si punta sull'Europa League per salvare la stagione. Forse l'ultima (ai reds) di Stevie G. Il gran capitano per cui il derby d'Inghilterra non solo esiste, ma è per sempre.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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