Si se cree, se puede
Non sarà divertente o bello da guardare - perlomeno agli ayatollah della panolada - ma l'Atlético Madrid di Diego Pablo Simeone raramente tradisce. "Partido a partido".
La filosofia di una partita alla volta, che l'anno scorso ha regalato ai colchoneros il doppio sogno schnitzleriano del doblete Liga-Champions poi sfumato all'ultimo minuto nel derby di finale prima del tracollo nei supplementari, è diventata uno slogan da copertina: "Si se cree, se puede". "Se si crede, si può".
Conte non ci credeva più, e così a giocarsi col Cholo il pass per gli ottavi e l'eventuale primo posto nel girone ci sarà Allegri, che dopo l'andata al Calderón fu iper-criticato per l'atteggiamento troppo timido. Quel golletto di Arda Turan, il primo subìto dalla Juve in stagione, minò qualche certezza dei tricampioni d'Italia.
In realtà anche l'Atlético si era presentato in versione piuttosto prudente, pur giocando in casa. Iniziativa agli ospiti, e soliti lanci lunghi a cercare Mandzukic che lavorando di fisico cerca di far salire i compagni.
E' il croato, che Guardiola vedeva in fascia - già 12 gol in stagione e sempre a segno nelle ultime 4 trasferte in Liga -, la vera novità della stagione, quella - sempre insidiosa - della conferma ai massimi livelli.
Gli altri capisaldi della revolución cholista sono il gruppo, la superiore coscienza dei propri limiti, la ferocia agonistica, difesa e contropiede e palle inattive. Specie coi centrali difensivi uruguaiani: l'anno scorso Godin, quest'anno José Gimenez, 19-enne titolare per l'infortunio a Miranda. E assieme agli assist di capitan Gabi, l'altissima percentuale realizzativa: sabato ad Elche, tre tiri e due gol.
Gli altri capisaldi della revolución cholista sono il gruppo, la superiore coscienza dei propri limiti, la ferocia agonistica, difesa e contropiede e palle inattive. Specie coi centrali difensivi uruguaiani: l'anno scorso Godin, quest'anno José Gimenez, 19-enne titolare per l'infortunio a Miranda. E assieme agli assist di capitan Gabi, l'altissima percentuale realizzativa: sabato ad Elche, tre tiri e due gol.
Quattro vittorie in fila in Champions e otto nelle ultime dieci giornate di campionato. Un filotto oscurato dalla striscia di 18 - coppe comprese - del Real ancelottiano. E dalla tragedia del Manzanarre.
In quel 4-4-2 di granito con ali (Arda Turan e Koke) che prima di inventare corrono e coprono, l'estro di Cerci sin qui ha trovato poco spazio. Sabato, neppure è entrato; Simeone ha rinunciato al terzo cambio e chissà che - con 24 ore di riposo in meno rispetto alla Juventus - non punti sulla voglia di derby dell'ex granata. "Si se cree, se puede".
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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