Cocco-gol, nel nome del padre
di Francesco Velluzzi, Gazzetta dello Sport
10 febbraio 2015
Cinque gol in due partite, due alla Ternana, tre al Perugia. Vicenza vola, la curva s’innamora: di Andrea Cocco, che ha ripreso a sorridere; e non era facile. «Ad agosto papà se n’è andato. E’ successo tutto in due mesi: tumore al polmone. Aveva 56 anni. Prima guidava gli autobus, poi era andato in biglietteria. Era il primo tifoso mio e di mio fratello Federico che ha 35 anni e fa il portiere al Sant’Antioco. I miei gol sono per papà. A casa è rimasta mamma. Che mi segue in tv perché non se la sente di venire a Vicenza. E, giù, a Quartu Sant'Elena (Cagliari), c’è pure la mia fidanzata Claudia. Quando posso “scendo” a casa. Faccio scorta di mirto e lo faccio assaggiare ai miei nuovi compagni».
Perché Cocco ha ripreso a gonfiare la rete a Vicenza. Lo ha fatto ad Alghero, all’AlbinoLeffe. Mai a Cagliari dove è cresciuto, classe '86, nel gruppo con Francesco Pisano: «L’unico che sento spesso. Vive un momento difficile, ma si riprenderà».
Pisano a Cagliari è rimasto, Cocco la fortuna l’ha cercata altrove. Non piaceva a Massimo Cellino che lo perse alle buste nell’affare Perico-Laner. «Non ho mai capito il perché, ma strada l’ho fatta anche senza tornare a Cagliari». Dove lo ha sempre coccolato il diesse Francesco Marroccu.
PORTOGALLO
A gennaio 2014 lo ha portato a Beira Mar (allenatore Daniele Fortunato), la Venezia del Portogallo, a 60 chilometri da Porto. Andrea era a Reggio Calabria, in prestito prestito dal Verona. «Ma andava tutto male, ambiente, spogliatoio. L’esperienza peggiore». Non che in Portogallo sia andata meglio: «Papà aveva cominciato a star male». Ma comunque si era ripreso. E in estate il Verona lo ha ceduto al Vicenza dove ha firmato un biennale (scadenza giugno 2016) per la Lega Pro Prima Divisione e dove nell’ultimo mercato ha resistito, senza agente («per ora faccio da solo»), alla corte del Pescara: «Mi trovo troppo bene a Vicenza. Città fantastica e Marino tira fuori il meglio da tutti noi. Prepara bene le partite».
ALLENATORI
Anche se l’elenco degli allenatori ai quali Andrea deve tanto è lungo: «Mondonico e Fortunato, anche umanamente, all’AlbinoLeffe, sono stati eccezionali. Corda ad Alghero, dove andai in Seconda divisione, è stato importante. Giampaolo a Cagliari e Mandorlini a Verona sono quelli che mi hanno insegnato di più, come movimenti. E ora c’è Marino».
Dicono che Cocco sia il Luca Toni della B: «Il tipo di gioco è simile. Non sto solo ad aspettare la palla, mi piace partecipare all’azione e rendermi utile in fase di non possesso.
Eppure io sono cresciuto a Cagliari col mito di Muzzi e O’Neill, poi di Zola e Suazo». Ora il Cagliari lo guarda da spettatore. Quando è in trasferta chiede i biglietti e va pure a vederlo dalla tribuna. «Alla A non penso più. Mi resta il ricordo del debutto con gol con l’Udinese (nel 2006)».
Ora, pensa al Vicenza: «Dobbiamo salvarci, poi proviamo a divertirci». Cocco si diverte. E’ già a 11 gol, a un passo dal record raggiunto con l’AlbinoLeffe: 12.
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