MANTOVANI. I 60 anni del buon Giovanni



Ha raggiunto e superato, in splendida forma, un importante e significativo traguardo Giovanni Mantovani, valido corridore degli anni ’80 con un palmarès di primo rilievo: il traguardo dei sessant’anni. 

E’ nato a Gudo Visconti, zona agricola a sud di Milano, dove tuttora risiede, il 5 febbraio 1955. 

Ha incrociato i pedali, già dalle categorie giovanili, con Giuseppe Saronni, quasi suo vicino di casa e più giovane di un anno e mezzo circa, con duelli accaniti, sia su strada, sia su pista. Pure le caratteristiche tecniche dei due erano simili: veloci, scattanti, provetti pistard e che tenevano sulle salite. Entrambi hanno esordito fra i professionisti nel 1977. 

La carriera di Giovanni Mantovani ha subito due lunghi stop per gravissimi infortuni che ne hanno condizionato i risultati. E’ stato medaglia d’argento nella corsa a punti dei mondiali 1980 a Besançon, vincitore di due tappe del Giro d’Italia nel medesimo anno e, in carriera, è stato primo al Giro del Veneto, alla Milano-Vignola, alla Tre Valli Varesine e in diverse altre gare, in Italia e all’estero, con una particolare propensione per il Giro di Puglia. 

Era parecchio emotivo e sentiva particolarmente la tensione della gara. Quando però era in giornata la cedeva a pochi. Un suo rammarico è il mancato successo al Giro del Lazio del 1984, allora prestigiosa prova di Coppa del Mondo (allora...)¸dove fu preceduto in volata da Francesco Moser con la collaborazione di Palmiro Masciarelli. 

Ricorda con commozione Luciano Borgognoni,scomparso all’inizio dello scorso agosto, suo grande amico il “Borgo”, anche lui valido pistard-stradista, sovente preda dell’ansia. Due che, detto in lombardo, “si smangiavano” prima della gara, disperdendo così energie che avrebbero potuto contribuire a migliorare le performance.

Terminata la carriera è rimasto nell’ambito del ciclismo lavorando con successo nel settore, ramo commerciale, con il marchio Castelli al quale ha aggiunto la DMT, marchio di calzature per ciclismo della galassia Zecchetto.

Per più di quindici anni ha collaborato con RCS Sport per il Giro d’Italia e le altre corse rosa, dapprima nella direzione della carovana pubblicitaria e quindi nella struttura degli arrivi fino al 2007, dove aveva rilevato la responsabilità del delicato e impegnativo settore da Alberto Della Torre.

Questo è il passato, sportivo e para-sportivo. Il presente si collega con la continuità del suo lavoro che lo appassiona sempre, con la Castelli, il marchio di casa (la marca dello scorpione è nata proprio a Rosate, attaccata a Gudo Visconti, prima d’approdare a Fonzaso, in provincia di Belluno, acquisita dalla famiglia Cremonese) e alla cerchia della sua clientela ultra-venticinquennale. 

Il riposo è attivo con la cura di Rodrigo, un paziente cavallo (un quadrupede vero, non un “cavallo d’acciaio”) in groppa al quale si diverte a percorre i sentieri, i campi, i fossi delle risaie della piattissima pianura fra le province di Milano e Pavia. 

L’equitazione, con le randonnée in libertà, in aperta campagna, è sempre stata una sua costante passione fin dalla giovanissima età e che abbina con il sempre vivo interesse per i suoi modellini dei rossi bolidi Ferrari.

E’ rimasto senza parole, cambiando varie tonalità di colori in viso in breve volgere di tempo, emozionatissimo, quando è stato attirato con un piano segreto abilmente orchestrato da Marcella e dal figlio Graziano in una confortevole e caratteristica trattoria dispersa nella campagna di Rosate con famigliari e amici di varia estrazione che hanno festeggiato i primi, giovanili, sessant’anni di Giovanni Mantovani.

Una festa a sorpresa, come si usa dire, che ha anche commosso Giovanni.
Auguri anche da tuttoBICI e Tuttobiciweb.
g.f.

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