Bayer Leverkusen, ecco l'anti-Lazio
Una squadra forte, ma anche spettacolare e generosa, nel bene e nel male.
Quarta nella scorsa Bundesliga, a meno 18 punti dal Bayern campione ma a +12 sul gruppetto finito in Europa League.
Uscita agli ottavi di Champions ai rigori dopo una durissima battaglia con l'Atletico Madrid, spera di rientrarci dalla finestra dei preliminari.
Per questo ha mantenuto intatta l'intelaiatura di un anno fa, apportando correttivi col bilancino, è il caso di dirlo, da farmacisti: 4 i nuovi acquisti, due in difesa: Jonathan Tah, arrivato dall'Amburgo dopo l'anno in prestito al Fortuna Dusseldorf; e Papadopoulos, riscattato dalllo Schalke; uno a centrocampo, il campione del mondo Christoph Kramer, inseguito dal Napoli un'estate fa e rientrato dal parcheggio biennale al 'Gladbach; e infine l'attaccante Admir Mehmedi dal retrocesso Friburgo come primo cambio del 31enne Stefan Kiessling, 150 gol in 361 gare in rossonero ma zero in appena 6 presenze in nazionale.
PUNTI DI FORZA: ATTACCO E CORSA
E' l'attacco il principale punto di forza della squadra, per la seconda stagione, di Roger Schmidt. 4231 iper-offensivo, con pressing alto e ripartenze letali in campo aperto con il sudcoreano Son e Karim Bellarabi, chiamato dal Ct Loew lo scorso ottobre dopo l'annata in prestito all'Eintracht Braunschweigh.
C'è quasi tutto nel reparto ispirato dalla debordante personalità di Hakan Çalhanoğlu, talentissimo turco-tedesco spesso decisivo sui calci piazzati che batte studiando Cr7 e Juninho Pernambucano; il maestro di Pirlo. Con il devastante Bellarabi è la stella, ma deve disciplinarsi caratterialmente.
Mancherà invece il tuttofare Gonzalo Castro, ceduto per 11 milioni al Dortmund e altro colpo in uscita con Josip Drmić, il centravanti di riserva finito per 10 milioni all'altro Borussia, il 'Gladbach.
PUNTI DEBOLI: DIFESA E PANCHINA
Lo scorso campionato il Bayer ha chiuso con il terzo miglior attacco e la terza miglior difesa, spesso salvata da Bernd Leno, portiere da tre anni in Under 21.
Là dietro, però, spesso si balla. Ömer Toprak, un errorino (se non un rigore) a partita spesso lo regala. Anche se, causa infortunio, nel preliminare non ci sarà.
A sinistra spinge il brasiliano Wendell, a destra si giocano il posto Roberto Hilbert e il nostro Giulio Donati con Sebastian Boenisch e l'ex romanista Tin Jedvaj come primi cambi.
E in caso di necessità possono arretrare al centro della difesa sia il capitano Lars Bender, sia l'ultimo arrivato André Ramalho, 23enne brasiliano che Schmidt ha già allenato al Red Bull Salisburgo.
In mediana, ritiratosi la bandiera Simon Rolfes e ceduto Stefan Reinartz all'Eintracht Francoforte, Kramer porta quantità, ma il campo lo apre Julian Brandt, che può agire anche come vice-Çalhanoğlu.
Se però si riescono a bloccare le fasce e a imbavagliare il genietto turco-tedesco, là in mezzo un po' di fosforo manca.
Non profondissima la rosa di Schmidt, allenatore che in una stagione di Bundesliga ha confermato le qualità viste al Red Bull Salisburgo.
In Austria vinse il titolo con +75 di differenza-reti, un record. Il partente Drmic è stato rimpiazzato con l'arrivo di Mehmedi e a centrocampo ogni ruolo ha un ricambio. Dopo una stagione con il 4-3-3, negli ultimi anni storico marchio del club, Schmidt potrà insistere di più con i due mediani a protezione della trequarti tutta corsa e talento.
Nella speranza - concreta - di fare un gol in più degli avversari, più che subirne uno in meno.
Sin qui ha funzionato, ma al gradino successivo si suona un'altra musica.
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