SEVENTIES - Malcolm Macdonald, questo è un lavoro per Supermac



Super Mac, Superstar, 
how many goals have you scored so far?
- coro dei tifosi del Newcastle sull'aria de Jesus Christ Superstar

di Christian Giordano © - Indiscreto.it © 
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Comincia la carriera da terzino coi dilettanti del Tonbridge Angels prima di passare professionista, nell’agosto 1968, al Fulham, voluto da Bobby Robson, che lo avanza a centravanti

Quando Robson se ne va, Malcolm Ian Macdonald (Fulham, sud-ovest di Londra, 7 gennaio 1950) cade in disgrazia e nell’estate 1969 viene ceduto al Luton Town per 30 mila sterline. 

In due stagioni agli Hatters (i cappellai) viaggia a oltre un gol ogni due partite: 49 in 88 gare di campionato.

Nel maggio 1971 il Newcastle United lo acquista per 180 mila sterline, allora cifra-record per nella storia club. Nel Tyneside, diventa l’idolo più grande dai tempi di Jackie Milburn, capostipite di una genìa di centre forward e striker poi sublimata, a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, nell'icona Alan Shearer, l'epitome del Geordie local boy.

Al debutto in casa coi Magpies (please: più mègpìs, che megpàis all'italiana) rifila una tripletta al Liverpool. E per tutte le sue cinque stagioni lì è il miglior marcatore del Newcastle. Alla fine saranno 138 gol in 258 presenze. 

Quando, nel 1974, con le Gazze raggiunge la finale di FA Cup, Supermac va a rete in ogni turno. 


Inevitabile che l’intero Tyneside resti di sale, nell’agosto del 1976, vederlo lasciare, per 333.333, 34 sterline (un terzo di milione), il St James’s Park per l’Arsenal, a secco di trofei da un lustro dopo lo storico Double del '71. 

Nella sua prima stagione al club dell'Highbury, con 25 gol vince la classifica marcatori della First Division. Dopo due, saranno 55 in 102 presenze. Facile calcolare la media.

Nel 1977-78 trascina i Gunners alla finale di FA Cup, persa 1-0 contro l’Ipswich Town (gol di Roger Osborne) del suo antico mentore Bobby Robson, l'allenatore che al Tonbridge da terzino lo aveva inventato centravanti. 

L'annata successiva, dopo appena quattro partite, subisce un serio infortunio al ginocchio destro nella trasferta di Coppa di Lega contro il Rotherham United. Rientrerà quasi nove mesi dopo, segnando (senza toccare altra palla) l'1-1 contro il Chelsea nell'ultima di campionato.

A maggio l'Arsenal vince - all'ultimo tuffo, col celebre 3-2 di Sunderland - la storica finale di FA Cup contro il Manchester United. Il nome di Mac però nemmeno è a referto. La maglia numero 9 è - e resterà - di Frank Stapleton.

Ai primi di agosto l'Arsenal gli comunica che non il contratto non gli sarà rinnovato. Fine dei sogni. A soli 29 anni Big Mac deve dire stop.

In poco più di due stagioni nel nord di Londa, e 57 gol in 108 presenze fra campionato e coppe, sembrava che per lui e i Gunners il meglio dovesse ancora venire, invece era già tutto alle spalle. 

Mac cercherà conforto nella «bottiglia di whisky al giorno», e se ne staccherà solo dal 1997. Vita intensa e complicata, con due divorzi (prima dell'attuale moglie Carol, ex sposa del Brian Johnson lead singer degli AC/DC), sette figli e il fallimento di una attività commerciale. Un business nella telefonia che lo ha costretto a lasciare l'Italia e a tornare in Inghilterra col poco che gli era rimasto: 3.000 sterline in banca.

Trova lavoro in radio a Newcastle, ma nel febbraio '97, per guida in stato di ebbrezza (non toccava boccia dalla sera prima: eppure è a tre volte il limite consentito), gli ritirano la patente per due anni. La storia fa il giro dei tabloid se non ancora del web. Addio radio. «Malcolm, se non smetti di bere, muori», gli intima il doc. Un po' prestino,  a 49 anni.

Lo salva l'ex compagno Micky Burns: «Mac, hai un problema: ma non è il bere, è il ginocchio». Burns intercede con la PFA (l'Assogiocatori), lieta di saldare le 12 mila sterline necessarie per operazione e riabilitazione. Mac - alla lettera - si rimette in piedi.


La notiziona fa il giro dei tg. Una tv locale chiede di filmare l'intervento. Paziente e chirurgo dan l'okay. Ne vien fuori una clip di due minuti con tanto di dettagli sulle tre placche applicategli (le prime due esplose dal ginocchio fin sul soffitto) e il mezzo svenimento del fonico.

Mac torna a lavorare in radio. E poi al calcio.

Al "Craven Cottage", ci torna da dirigente nel marketing, poi viene nominato allenatore. Nei suoi primi mesi in carica, tiene la squadra alla larga dalla zona-retrocessione in Fourth Division e nell’1981-82 la guida alla promozione in seconda divisione. 

Nella stagione dopo per poco non porta i Cottagers alla massima serie, ma nell'aprile 1984, in seguito a rivelazioni del mese prima sulla sua vita privata, lascia il Fulham per gestire un pub a Worthing. 

Rientra (male) nel calcio come manager dell’Huddersfield Town, che con lui nel 1987 retrocede dalla Second Division, prima di trasferirsi, nel 1993, a Milano come impiegato nelle telecomunicazioni sportive.

Ultimo flirt col pallone, la presidenza (onoraria e ancora attuale) del North Shields, club del nordest di proprietà del vero chairman, Alan Matthews.

Per un periodo fa anche il procuratore di giocatori e contribuisce a portare al "St. James’s Park" un suo assistito, la (presunta) stellina brasiliana Mirandinha. Apripista e forse epitome fra le pionieristiche meteore del País do Futebol paracadutate nel football britannico moderno. 

A proposito di calcio moderno e relative profanazioni: nel 2011 Mac fu assai critico sulla scelta del Newcastle United di ribattezzare, per esigenze di sponsor, in Sports Direct Arena il mitico tempio laico St James' Park. 

Incidente diplomatico tutt'altro che trascurabile per uno speaker veterano del cosiddetto after-dinner circuit, oltre che commentatore per radio locali e columnist nel nord-est dell’Inghilterra. 

Celebre il suo talk-show dell’emittente Century FM intitolato The 3 Legends. Oltre a Supermac le altre sono Eric Gates e Bernie Slaven. Quando si dice not in the same league.

Christian Giordano
Indiscreto.it

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