De Marchi, l'urlo rosso di Buja


L'urlo nella nebbia. Liberatorio. Un anno dopo, Alessandro De Marchi torna a vincere. Alla sua maniera, da Rosso di Buja. E sempre alla Vuelta: ad Alcaudete nella settima tappa nel 2014, ad Alto Campoo nella 14esima nel 2015. Il primo del trittico di tapponi che con la crono di mercoledì a Burgos decideranno la corsa.

Questa vittoria però ha un sapore speciale. Oltre a tutti gli avversari il friulano s'è messo agli spalle una primavera maledetta, con quel rientro dal lungo infortunio che sembrava non arrivare mai.

Sulla Fuente del Chivo è invece arrivata un'impresa vera, resa ancora più leggendaria da quella atmosfera da tregenda ai quasi duemila metri di quota.

Se De Marchi, immenso a Ponferrada un anno fa, voleva dare un segnale al Ct Cassani per il mondiale di Richmond: non poteva scegliere scenario migliore.

Come lui bravissimi anche Salvatore Puccio, l'ultimo ad arrendersi della fuga a cinque scappata a 52 km dall'arrivo; e tra i big Fabio Aru, che sull'ascesa finale ha scatenato la bagarre.

All'arrivo la maglia rossa ha perso sette secondi da Quintana e un secondo su "Purito" Rodriguez, ma ne ha guadagnati 19 sull'ex leader Tom Dumoulin, che nella crono di mercoledì sarà l'avversario di classifica più pericoloso. Alla Vuelta comanda il rosso. E habla italiano.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio