Anfield, là dove tutto è possibile

Se c'era qualcuno capace dell'Impresa non potevano che essere loro: Juergen Klopp e il suo Liverpool contro il suo ex Dortmund. Impresa possibile solo lì, perché all'Anfield, i reds sono, molto semplicemente, un'altra cosa.

Quindici anni dopo la stagione delle cinque coppe, quella della rimontona 5-4 contro l'Alavés di Cruijff figlio nella finale UEFA 2001 giocata - guarda un po' - al Westfalenstadion: lo stadio del Borussia Dortmund.

Allora il Liverpool la rimonta la subì, 4-4 di Jordi Cruijff all'88' prima di alzare la coppa grazie al decisivo autogol di Geli nei supplementari.
Stavolta, dopo l'1-1 dell'andata, il retour match sembrava segnato, e la qualificazione fuori portata: dopo nove minuti la squadra di Thomas Tuchel - mai visto esultare così come il suo predecessore - era già avanti 2-0 con Mkhitaryan e Aubameyang; Origi e Coutinho l'hanno riaperta e Sakò l'ha riacciuffata quando forse ci credeva solo lui, Juergen Klopp.

Scatenato sul 2 a 3 e suil 3-3. Una sfinge dopo il 4-3 di Lovren sotto la Kop. Forse perché dentro di sè lui l'ha sempre saputo. 

Se c'era qualcuno in grado di farcela quel qualcuno era il Liverpool delle rimonte: riuscite con Milan a Istanbul 2005 e Alavés; o mancate con l'Inter herreriana del '65 e il Chelsea di Hiddink 2009, un altro 14 aprile. Quel Liverpool che da una sera di primavera è diventato suo. Come suo era quel Dortmund che, ricambiato, mai lo dimenticherà.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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