La malicia di Chaves, le spalle di Kruijswijk

Non fatevi ingannare da quel sorriso più grande di lui. Dietro, e dentro, c'è l'animo del guerriero indio. La malicia indigena di chi rifiuta l'apelido, escarabajos, scarabei, di ogni scalatore colombiano.

Lui vuole e sa essere Colibrì. Capace di tornare ad arrampicarsi lassù sulle montagne, tre anni dopo aver scalato l'inferno. Al Trofeo Laigueglia, il 16 febbraio 2013, un gravissimo incidente quasi gli fece perdere il braccio destro. 

Un intervento a Bogotà di 7 ore e mezzo gli ha ricostruito due nervi che parevano spezzati. E adesso il 26enne predestinato finalmente uscito dal tunnel quel braccio destro lo usa per brindare a champagne nel tappone dolomitico dei mitici sei-colli-sei: Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau, Valparòla.

E' lì che s'è decisa la frazione, chiusa poi da un'improbabile volata a quattro. L'ha vinta Chavirto, neanche un anno dopo il suo successo di tappa alla Vuelta - sin lì la sua vittoria più importante in carriera. 

Di rosa s'è invece vestito il 29enne olandese Steven Kruijswijk, spalle larghe quattro ante e settimo al Giro 2015. Nibali è l'unico big che, pur soffrendo, ha resistito. Valverde ha ceduto di schianto: ora è a 3'06 dalla maglia rosa, che lo Squalo insegue a 41 secondi e Chaves a 1'32".
Ma non fatevi ingannare.  La settimana della verità deve ancora incominciare.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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