Il Day-After inglese
Mezzo secolo di day-after così si sentono. E si vedono. Basta guardare le facce. A cominciare da quella di Hodgson. Il Ct più pagato di questo Europeo, e inevitabilmente il primo responsabile della Brexit che nessun tifoso inglese mai avrebbe votato.
Il giorno dopo l'ennesima delusione del football nazionale è un susseguirsi di espressioni vuote, quasi terree, che siamo abituati a vedere - e ad aspettarci - ad altre latitudini. Invece, l'indomani della storica "Corea" inglese e le conseguenti dimissioni di un condottiero sin troppo veterano per trascinare un gruppo come sempre prosciugato da una stagione tanto lunga quanto logorante, si assiste a un fenomeno più latino che anglosassone: un'intera giornata mediatica dominata dal post-flop contro l'Islanda.
"Vergogna nazionale", il titolo-simbolo dei tabloid, a cui s'è accompagnato un inedito zero in pagella a tutti i componenti la spedizione inglese a Euro2016.
Su Sky Sports News, per tutto il giorno, il calcio parlato ha cannibalizzato i segmenti dedicati all'analisi tecnico-tattica e ha oscurato buona parte della copertura solitamente dedicata a rugby e cricket. Non sono mancate neppure reazioni, di testa e di pancia, che credevamo pregorativa più mediterranea che anglosassone. Di quello c'è rimasto l'aplomb, anche se le frecciate - ad Eriksson e Capello - sono volate, eccome.
Sulle macerie di Brasile2014, il buon Roy ha ricostruito un gruppo. Non ancpora una squadra. Auguri a chi lo sostituirà, non necessariamente un inglese fra il giovane Southgate, gli eterni Redknapp, Pardew e Allardyce o la minestra riscaldata Hoddle.
Dopo mezzo secolo di day-after così, più che restaurazione urge rivoluzione. Prima di tutto culturale.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
Commenti
Posta un commento