À la Cummings, alla faccia del gruppo

Alla British Cycling (la federciclo britannica) dicono che con uno così, anche a 35 anni, "si dovrà parlare in vista di Rio2016".

Per qualche mammasantissima del gruppo, Stephen Cummings è un corridore sì di gran classe, magari non sempre il più affidabile degli uomini-squadra. Insomma, l'esatto contario della fama di cui gode nella federazione che ha ricambiato, nell'inseguimento a squadre, con l'argento olimpico di Atene 2004 e gli ori al Mondiale di Los Angeles 2005 e i Giochi del Commonwealth 2006.

Il punto è che, forse, hanno ragione tutti: Steve - che vive in Toscana, e si allena scalando il San Baronto come Nibali e Visconti - può essere indifferentemente il migliore dei gregari (vedi il cavendish iridato a Copenhagen 2011) oppure un fenomenale capitano di se stesso.

Come a Mende un anno fa, quando al Tour beffò i francesini-coltelli Bardet e Pinot, anche stavolta ha piazzato il colpo. Il quarto stagionale dopo quelli alla Tirreno Adriatico, al Paesi Baschi e al Delfinato.

Per non prendere il classico Aspin con il redivivo Nibali, dorsale rosso di più combattivo che in salita lo avrebbe matato, ai -27 km ha anticipato tutti e se n'è andato a vincere da solo. À la Cummings.

Con il trittico sui Pirenei il Tour è appena cominciato, e per lui, il passistone più imprevedibile del gruppo, è tutt'altro che finito.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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