Tre volte prosit, Forrest Froomie

Tre. Come il belga Thys tra i pionieri, il francese Bobet nell'epoca d'oro, lo statunitense LeMond nell'èra moderna. Già questo basterebbe a inquadrare la grandezza storica di Chris Froome, per la terza volta in giallo a Parigi dopo quelle del 2013 e 2015. Ma c'è stato molto di più nel 103esimo Tour de France, tra i più duri eppure meno spettacolari di sempre.

Non si possono avere tutte Grande Boucle come quelle dell'86 o dell'89, perché i LeMond, Fignon e Hinault - che a 62 anni saluta l'ASO - non nascono ogni generazione. Ma in un Tour corso a medie folli, con poche crono e tante salite, era lecito attendersi più battaglia. Anche senza lo sfortunatissimo Contador. Froome e il Team Sky forse l'avrebbero stravinto comunque perché troppo più forti, ma almeno ci saremmo divertiti di più. E' stato però, come sempre, un grande Tour. Segnato dal lutto per Nizza e Monaco, dal flop dell'arco gonfiabile a Lac-de-Payolle e dal pericoloso precedente di Forrest Froomie appiedato sul Ventoux, mutilato per il maestrale.

E' un Tour pantagruelico che, come l'intero movimento, parla sempre più inglese, e inghiotte mondi vecchi e nuovi.

Quattro sprint vincenti del redivivo Cavendish, alla prima gialla in carriera come van Avermaet e l'iridato Sagan, che ha conquistato tre tappe e la quinta maglia verde consecutiva (a meno una dal record di Zabel).
La seconda maglia a pois del polacco Majka, e quella bianca del britannico Yates.
La doppietta di Dumoulin, che sta già scrivendo il dopo-Cancellara.
Le imprese solitarie di Cummings, De Gendt, Zakarin, Pantano, Izaguirre.
I velocisti tedeschi Kittel e Greipel, primo ai Campi Elisi come un anno fa.

La Francia si gode le stelline Alaphilippe e Bardet, primo sulle Alpi e secondo a Parigi accanto al deludente Quintana, secondo un anno fa e fuori dai Giochi (anche olimpici) per l'allergia già patita al "Paesi Baschi".

L'Italia chiude a digiuno, sognando Rio più con Nibali che con Aru, matricola crollata insieme all'illusione-podio sull'ascesa del Joux Plane. Al loro servizio ci sarà ancora Diego Rosa, compagno in celeste Astana e in azzurro. Lui sì ha fatto un gran Tour, ma contro un budget da 35 milioni l'anno e 4 top corridori nei primi 20 non poteva bastare. Tre volte prosit, Forrest Froomie.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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