HOOPS PORTRAITS - Datome ai Pistons: ball don't lie

"Ball don't lie", la palla non mente. E' il mantra del suo nuovo assistente allenatore, Rasheed Wallace. A pensarci bene non sorprende più di tanto che Gigi Datome sia finito proprio lì, a Detroit. Ai Pistons. Ma scordatevi i "Bad Boys", versione uno e due. Gigi è uno che le dà e le prende, vedi Moss in finale-scudetto. Ma "bad boy" no: non lo è mai stato né mai lo sarà. Nemmeno nella squadra che a Est è sempre stata l'epitome del gioco duro, aggressivo, della difesa spinta al limite e spesso oltre.

Ma molto, in campo e fuori, è cambiato nella "Motown" dei titoli NBA back-to-back '89 e '90, con il guru Chuck Daly. E pure da quella dell'anello 2004, vinto da (e alla) Larry Brown, con il suo basket giocato "in the right way", nel modo giusto.

Sono lontani i tempi di Isiah Thomas, Joe Dumars, Mark Aguirre, Dennis Rodman, Vinnie johnson, John Salley, Rick Mahorn e soprattutto Bill Laimbeer. Ma di quella squadra, durissima sino alla ferocia, è rimasto il dna che Dumars continua a trasmettere da gm. E' stato lui a costruire l'ultima Detroit da titolo con Chauncey Billups, Tyshaun Prince, Rip Hamilton, Ben e 'Sheed Wallace.

Ed è stato lui, Dumars, a volere come scout Daniele Baiesi, l'italiano che nel 2009 da Biella ha portato Jerebko; uno dei primi a complimentarsi, via twitter, con l'ala fresca di finale-scudetto persa a gara7 contro Siena. Gigi che sbarca in America dovrà fare come lo svedese: mettere su muscoli per ritagliarsi da ala piccola un ruolo di specialista.

Pur di giocare a Roma si era ridotto lo stipendio quindi a convincerlo non è stato il biennale da 3,5 milioni di dollari. E' stato il sogno di una vita. Un punto cardinale nel destino. Come il Gallo a ovest, il Beli a sud e il mago a est. Mancava lui: a nord. Ball don't lie.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO, 9 LUGLIO 2013

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