Premier, primo sabato del villaggio globale

C'è pareggio e pareggio, e ce ne sono stati tanti in questa apertura di Premier League: tre su sette, tutti per uno a uno. E sarebbero stati quattro se a 3' dalla fine - con l'autogol tanto goffo quanto sfortunato di Paddy McNair - il Sunderland non avesse regalato al Pep i tre punti nel soffertissimo, sul piano del gioco, esordio del Manchester City ancora assai poco guardioliano.

Ma se la laboriosa gestazione di un nuovo progetto tattico, e specie con l'ex Barça e Bayern al comando, sorprende poco, ci si aspettava di più dal secondo Leicester di Ranieri, che dell'ingranaggio campione ha perso solo un pezzo, per quanto importante, come Kanté, finito al Chelsea di Conte che invece debutterà nel Monday Night in casa contro il West Ham.

Le Foxes si sono fatte impallinare dalla meraviglia "à laDjorkaeff" della quale si contendono la paternità Adama Diomandé e Abel Hernández, con l'ex Palermo più veloce a esultare e il norvegese, cui verrà assegnato il gol, ultimo a toccare.

Il rigore inventato di Mahrez non deve illudere: il Leicester City dovrà riabituarsi in fretta a saper soffrire, e Ranieri è il primo a saperlo. Vale anche per Guardiola, che dal dischetto, dopo 4', s'era visto spianare la strada tornata in salita col pareggio di Jermain Defoe, al 144esimo centro in Premier.

Non è stata una gran giornata per il colore blu, in generale. L'Everton ha giocato meglio del Tottenham, secondo un anno fa e forse col miglior calcio del torneo, ma al gol di Barkley ha risposto Lamela e così Koeman e Pochettino si sono spartiti lo stesso bottino, anche se poi in sala stampa hanno raccontato partite diverse.

La Premier più italiana di sempre, perlomeno in panchina, l'hanno cominciata bene sia Guidolin sia Mazzarri. Lo Swansea ha vinto 1-0 a Burnley, sul campo di una diretta concorrente per la salvezza. Il Watford ha impattato 1-1 a Southampton in dieci. E il bello è che, a quelle latitudini, pioggia e arbitro non fanno notizia.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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