HOOPS PORTRAITS - Dragic, l'anno del Dragone


È l'anno del Dragone, Goran Dragic. Anche se nessuno ci credeva. Carriolate di vetriolo su di lui e sui mai abbastanza suoi Suns. E primo nella Top Ten di chi non sarà mai un All-Star.

Nella settimana tra febbraio e marzo due massimi in carriera: 35 punti da avvelenatissimo ex nel KO a Houston, 40 nella vittoria sui Pelicans. Le carriolate di vetriolo sono diventate di miele: Second Coming, Steve Nash reincarnato. Già, Steve: l'idolo, l'ex compagno, il predecessore.

Goran in Arizona c'era arrivato nel 2008, a 22 anni, secondo giro del draft NBA, 45esima scelta assoluta. Primi a crederci, al solito, gli Spurs. Per non perderlo, l'allora giemme Steve Kerr lo chiamò con tre pick di anticipo ma solo per inserirlo nel mega-scambio che avrebbe portato Chris Paul dagli Hornets ai Lakers. Tutto fatto prima del "niet" di David Stern, all'ultimo golpe da Commissioner.

Dragic veniva da Lubiana, Slovenia, un paio di altri mondi più in là. Mamma slovena, papà serbo, un fratello più piccolo, Zoran, anche lui pro'. Parla sloveno, serbo, spagnolo e inglese ma la NBA è un altro pianeta. A Houston arriva con un problema. In un anno ai Rockets decolla: verso casa.

Tornato a Phoenix prende in mano una squadra di signori nessuno ma giovane, affamata. Con 7,5 milioni a stagione, è il secondo più pagato ai Suns, ma prende quasi la metà di Okafor. Porta palla con Bledsoe ed è la loro fortuna: quando Bledsoe si rompe, Dragic esplode.

Ma i segreti del successo sono altri. 
In panchina Jeff Hornacek. Eh, ma non ha mai allenato: sì, ma due cosette sul tiro te le spiega. E i giocatori rispettano. 
In palestra un aguzzino vestito da trainer, Tom Vachet.
In campo la chiave è Channing Frye, "The Space Guy", un settepiedi che tira da tre come una guardia. E gli crea le spaziature giuste che fanno di Phoenix la squadra per punti da pick and roll: 1,3 di media per possesso nei giochi a due fra il piccolo Dragic e il lungo Frye.
Fuori, la serenità. Nel suo anno magico ha sposato Maya, la sweety di una vita. Gli è nato Mateo. Le priorità cambiano ma in campo è addirittura più aggressivo in entrata a canestro e in difesa. 
Goran è rinato. Nella Top 20 dei migliori realizzatori solo cinque superano il 50% al tito: Kevin Durant, LeBron James, Blake Griffin, Anthony Davis e... Dragic. È l'anno del Dragone.

Per Sky Sport 24 ©, Christian Giordano © 
7 marzo 2014

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