MAESTRI DI BASKET - Ma che bel Costello


di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©

Da giocatore, nei pro’, Lawrence Ronald “Larry” Costello (Minoa, New York, 2 luglio 1931) è passato alla storia della NBA come l’ultimo tiratore a due mani dal basso verso l’alto. 

Rick Barry? In quel modo tirava i liberi. 

Guardia di 1.84 per 85 kg uscita da Niagara University (15 punti a partita in tre stagioni da titolare), Costello nel 1954 approda ai Philadelphia Warriors ma fino al termine della stagione 1955-56 è militare. 

Nell’ottobre 1957 viene ceduto ai Syracuse Nationals. Sei volte All-Star (ma nel 1962 non giocò perché infortunato), chiuse la carriera nel 1965 con quelli che nel frattempo erano divenuti i Philadelphia 76ers. 

Tornò sui suoi passi nel 1966-67 dopo che il nuovo head coach Alex Hannum lo aveva cercato come uomo d’esperienza per fare da point guard di riserva. Tempo 42 partite e il 6 gennaio Larry si rompe il tendine di Achille, infortunio che lo fa rimpiazzare da Walter “Walli” Jones, ma non gli toglie il titolo di campione NBA. 

Nel 1968, si ritira e si mette ad allenare. Ai Bucks, con i quali vince l’anello nel 1971 e rimane fino al 1976-77, quando, dopo una partenza da 3-15, viene esonerato. Nel 1978-79 ha una chance ai Chicago Bulls, ma dura 56 partite (20-36). 

Nel 1980 è a Utica College (77-106), implicata nel complicato passaggio dalla Division III alla I della NCAA. Il capolavoro, però, Costy (430-300 in carriera, 37-23 nei playoff) lo aveva già fatto. Con Big Lew & Big O. 

Se ne andrà a 70 anni, dopo uno di cancro, nel 2001, per essere seppellito nella sua Minoa. 
RIP, Coach. Se lo è meritato.

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