LA VITA È UN PALLONE ROTONDO (N. 3)


di MICHELE DI VIRGILIO, 3 ottobre 2016

LA VITA È UN PALLONE ROTONDO
Terza puntata. Con una certezza in più: Sam Allardyce è John Goodman.

1. Affido al mai banale Gary Lineker il giudizio finale su Tottenham Hotspur-Manchester City (2-0), big match della 7ª giornata di Premier League: «Pep out!».

2. L'assist di Ganso in Siviglia-Alavés (2-1) passerà agli annali come la transubstanziazione del mito di Argo Panoptes.

3. Il Feyenoord ha conquistato il proprio 15° titolo di Eredivisie. Sempre che il Jimmy Woo non fallisca.

4. Spesso e volentieri, ma cum grano salis, cedo alle avances di qualche talento in erba. Negli ultimi tempi sono in fissa con Ousmane Dembélé, rapito dalla sua devozione al dribbling, arte tanto nobile nell'esegesi quanto dileggiata dal tatticismo esasperato.

5. Kasper Dolberg, Leon Bailey e Ante Corić. Segnatevi i nomi di questi tre classe '97.

6. Letture consigliate. «Calcionomica», di Stefan Szymanski e Simon Kuper (368 pp., Isbn edizioni).

7. Scoperta l'identità della scrittrice che si celava dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante, ora tocca capire chi si nasconde dietro la maschera di Paola Ferrari.

8. Insolita e interessante, l'intervista di Luis Martín ad Andrés Iniesta, uscita su «EL PAÍS Semanal» e incentrata su «La jugada de mi vida», un libro di memorie del fuoriclasse spagnolo. Estraggo tre passaggi chiave. Domanda: «Suo padre era un muratore e lei voleva che scendesse dal ponteggio. Quando sono arrivati i milioni, non ha dovuto farlo scendere da qualche nuvola?». Risposta: «Mio padre? Ha sempre i piedi per terra, su questa terra da cui veniamo. Siamo quello che siamo, tutto qua. Siamo una famiglia normalissima, a volte qualcuno dice anche troppo. I miei sono così, gente umile. Come i miei nonni. E come me». D: «Parla di Andrés, il figlio non nato, come se fosse molto presente». R: «Perché l’ho visto. Era un feto, ma l’ho visto. È stata un’esperienza dura, ma lo sento molto vicino». D: «Dove si immagina tra 10 anni?». R: «Non faccio molti progetti per il futuro. Tutto cambia in un attimo. Tra quello che immagini e quello che succede davvero, meglio non fare progetti».

9. Brian Clough, il penultimo degli arrivati, lo considerava un idolo. Lui risponde al nome di Arsène Wenger, vent'anni (e 15 trofei vinti), ieri, sulla stessa panchina.

10. Lunga vita ai borderline, a Maurizio Sarri e ai perdenti di successo.

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