SEVENTIES - Gol di Gemmill, l'inutile al dilettevole
di CHRISTIAN GIORDANO
«Era il mondiale del '78. L'Olanda, che stava andando bene, giocava contro la Scozia, che stava andando male. Lo scozzese Archibald Gemmill ricevette palla da Hartford e fu abbastanza educato da chiedere agli olandesi di danzare suelle note di un solitario suonatore di cornamusa. Wildschut fu il primo a cadere, la testa voltata, ai piedi di Gemmill. Poi lasciò lì Suurbier a ballare nella polvere. A Krol andò anche peggio: Gemmill gli fece il tunnel. E quando gli si fece incontro il portiere Jongbloed, lo scozzese lo scavalcò con un pallonetto». Così l'immenso Galeano, ne Splendori e miserie del gioco del calcio, consegnò all'immortalità il gol di Archie Gemmill.
«A brilliant individual goal by this hard little professional has put Scotland in dreamland!», così invece parlò David Coleman, che in telecronaca non fece in tempo a celebrare la prodezza del piccoletto duro a morire, il 3-1 degli scozzesi, e «the miracle was beginning to happen», il miracolo che stava per avvenire (mancava un gol per la qualificazione), che gli olandesi segnarono il 2-3. Scozia a casa. Quel super gol tanto bello quanto inutile di Gemmill è però entrato nella storia dei mondiali. E con esso l'autore, la cui signora carriera ne viene spesso oscurata.
Archibald - per tutti e per sempre Archie - Gemmill (Paisley, 24 marzo 1947) arriva in Inghilterra dal St Mirren nel giugno 1967, quando firma per il Preston North End per 16.000 sterline. Pur essendo (o forse proprio perché) alto appena 1,65, è stato uno dei più combattivi centrocampisti britannici degli anni settanta.
Dopo tre anni al club del Deepdale, passa al Derby County per 60mila sterline ed è sotto la gestione Brian Clough che la sua carriera decolla. Gioca un ruolo importante nei Rams campioni nel 1971/72, con Archie e compagni già sdraiati al sole di una spiaggia spagnola mentre Arsenal e Liverpool si suicidavano all'utima giornata. Gemmill il titolo lo rivincerà nel 1974/75 e nell'ottobre 1977 lascerà i Rams dopo 261 partite di campionato e l'altro versante delle East Midlands per andare al Nottingham Forest.
Al Forest il manager è Brian Clough, già suo boss al club del Baseball Ground e innamorato perso di quel lottatore che correva per novanta minuti e dava il meglio di sé palla al piede. In 34 partite giocate ne perse due e vinse così per la terza volta la First Division. Nel 1978/79 fu decisivo anche nel cammino verso la finale di Coppa dei Campioni, che però lui vide dalla panchina mentre il Forest batteva il Malmö 1-0 a Monaco di Baviera.
Nell'agosto 1979 il club gli lascia il cartellino per passare al Birmingham City, poi andrà al Wigan Athletic prima di tornare al Derby County dove chiuderà la carriera.
Nell'agosto 1985 entra nello staff tecnico del Forest, che all'inizio della stagione seguente lo ritessera come giocatore. Con John McGovern, compagno ai tempi di Nottingham, divide l'incarico di manager al Rotherham United prima di andare a fare lo scout per la Scottish Football Association.
Nazionale scozzese per 43 volte, in pochi rammentano che a Mendoza l'11 giugno 1978 era stato lui a segnare, su rigore, il 2-1 degli Scots. Ma è per quel gol - al 68', sulla destra, eludendo tre avversari, prima di uccellare Jan Jongbloed - che Archie Gemmill verrà per sempre ricordato. Troppo bello per essere anche utile.
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