L'Ungheria di Kiraly - Pigiama party


A 44 anni dalla sua ultima partecipazione, per l’Ungheria tornare all’Europeo è già una festa. E il suo simbolo è la tuta grigia di “nonno” Kiraly, portiere-chioccia di una squadra che, lontani i fasti del passato, ha voglia di divertirsi

di Christian Giordano, 
Guerin Sportivo, giugno 20126

Quarant’anni e sentirli tutti, o no. Dipende. L’ultima partecipazione ungherese risale a Germania Ovest 1972 (quarto posto). Gabor Király, il Buffon magiaro per presenze in nazionale (101), è nato quattro anni dopo. Oggi, è lui il totem di una banda di ragazzini che in Francia arriva senza troppe pressioni e con almeno una certezza: Bernd Storck ha rinnovato fino al 2018.

Subentrato a Pal Dárdai, rispettato selezionatore part-time nel 2014-15 da allenatore dell’Hertha Berlino, club a cui lo stesso Storck lo segnalò da vice di Jürgen Rober, il Ct è anche il team manager (alla Oriali) che ha assunto un nuovo staff di collaboratori (a tempo pieno) e fatto slittare il turno di campionato per una settimana di allenamenti in vista del doppio spareggio con la Norvegia.

Una coppa di Germania da difensore del Dortmund nell’89, poi mago delle giovanili anche in Kazakhstan e Grecia, Storck arriva dalla Under 20 e sa prendersi i suoi rischi. Per il playoff ha convocato il non ancora 22enne centrocampista Kleinheisler, che in stagione non aveva mai giocato perché in disputa contrattuale col Videoton, che nel 2015 lo aveva prestato al Puskás.

Nell’andata, a Oslo, l’ha fatto esordire e dopo 26’ Kleinheisler l’ha ripagato con un gran sinistro da destra che ha baciato il primo palo e s’è infilato sul secondo. Eurogol festeggiato correndo ad abbracciare in panchina il proprio mentore. 

A gennaio Kleinheisler è passato al Werder Brema e ora è con il secondo o terzo portiere Bogdán (paperona all’esordio col Liverpool in Premier contro il Watford) l’unico nei top 5 campionati d’Europa. 

Il nucleo della squadra gioca invece nella poco glamour Ekstraklasa polacca. Nikolić, nato in Serbia e altro ex Videoton, a inizio stagione segnava un gol a partita col Legia Varsavia, ma nelle qualificazioni è stato spesso trascurato. Un altro jolly dalla panchina Storck l’ha pescato al ritorno, a Budapest, col destro che Priskin (centravanti ex Watford) ha infilato sotto l’incrocio lontano. 

L’unico che sa accendere la luce è il capitano Dzsudzsák. Classica mezzapunta, specialista sui piazzati (suo l’1-1 alla Croazia in amichevole a marzo), ha cambio di passo e fantasia. Lasciato il PSV nel 2011, ha spesso scaldato la panca sia in Russia (Anzhi, Dinamo Mosca), sia in Turchia al Bursaspor. 

Se per Király, tornato in patria all’Haladas, e il 37enne Gera in mediana Euro2016 è la ribalta internazionale con cui chiudere la carriera, per il 27enne Stieber, trequartista in prestito dall’Amburgo al Norimberga, sarà forse l’ultima chance. Il 4-2-3-1 sia di Dardai sia di Storck s’è dimostrato solido e organizzato, ma soffre sulle fasce e segna poco. Là davanti Priskin, Szalai e Böde si giocano l’unico posto e forse è un lusso lasciare fuori due ali pure come Gyurcsó e Lovrencsics. Ma lontani i fasti della Aranycsapat (la Squadra d’oro) di Puskás, quel che conta è tornare a esserci. Quarantaquattro anni dopo.

PROBABILE FORMAZIONE (4-2-3-1): 
Király – Fiola, Lang, Guzmics, Kadar (Korhut) – Gera, Nagy – Nemeth, Kleinheisler, Dzsudzsák – Priskin (Szalai). Ct: Storck.


UNGHERIA
Miglior piazzamento: semifinale 1964, 1972; terzo posto 1964
Ct: Bernd Storck (GER)
Capocannoniere: Ferenc Puskás (84); in attività: Zoltán Gera (24)
Presenze: József Bozsik (101); in attività: Gábor Király (100)
Anno di fondazione: 1901
Stadio: Groupama Aréna, Budapest
Palmarès: 3 ori olimpici (1952, 1964, 1968), argento olimpico 1972, bronzo olimpico 1960, Coppa dell’Europa centrale 1948-53, 2 Coppe dei Balcani (1947, 1948)
Tesserati: 46.782.
Campione 2015-16: Ferencváros (29° titolo)

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