Il Giro in Sardegna, una cartolina per sempre


Una cartolina lunga quattro giorni, e attesa dieci anni. Il direttore del Giro, Mauro Vegni, avrà preso nota. Meglio: scattato foto e/o girato video. 

Dalla presentazione di Alghero alle tre tappe di Olbia, Tortolì e Cagliari, il Giro in Sardegna è stato uno spot per il ciclismo, per quest’isola meravigliosa come i suoi colori e scenari; e soprattutto per la sua gente. Semplice, fiera, orgogliosa. E di straordinaria ospitalità.

«Noi sardi siamo poveri, ma quella sì, ce l’abbiamo» diceva una signora in abiti tradizionali sardi che offriva sotto casa sua prodotti tipici alla carovana lunga un chilometro e mezzo.

Settant’anni fa Montanelli, che la corsa rosa l’aveva vista da inviato, scriveva che il Giro ha il dono di rendere ogni giorno domenica.

Ecco, in quattro giorni di Giro in Sardegna, è stata sempre domenica, anche senza Aru. E lo stesso accadrà per la due giorni in Sicilia con Nibali. 

Ora il Giro non può più nascondersi dietro le difficoltà logistiche: la Sardegna non può aspettare decenni o un anniversario a cifra tonda.

La signora in costumi tradizionali si sbagliava. I sardi non sono poveri, perché hanno dentro un giacimento inesauribile che non si può comprare. Il cuore. 
DA CAGLIARI, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio