Visentini fa 60 - Re del Giro ’86, e tutta l’Italia si innamorò
Il figlio Matteo, architetto, prenderà la laurea magistrale al Politecnico di Milano. La figlia Alice studia design d’interni a Brescia. Ieri a casa, a Salò, una candelina simbolica per festeggiare papà Roberto: 60 anni. I ricordi non passano e restano in chi l’ha ammirato e applaudito.
Roberto Visentini fa parte della storia del Giro e... d’Italia, lui nato il 2 giugno, festa della Repubblica. Debutta direttamente sul podio più alto: nel 1975 Visentini conquista il primo Mondiale juniores. Bresciano di Gardone Riviera, figlio di imprenditori (onoranze funebri), talento purissimo, disegnato per stare in sella. Forte in salita, fortissimo a crono, intelligente tatticamente, coraggioso in discesa. Nell’era di Moser (sei anni più vecchio) e Saronni (suo coetaneo: 60 anni il 22 settembre).
Al debutto al Giro, nel 1978, Visentini è maglia bianca dei giovani; nel 1980 mette in difficoltà Hinault ed è rosa per 7 giorni.
Nel 1983 tiene sulle spine Saronni fino agli ultimi metri della crono finale Gorizia-Udine, che vince: 2° in classifica a 1’07”.
Nel 1985, dopo 9 giorni in rosa, si ammala, ma nel 1986 non gli resiste nessuno. Quando sul passo San Marco mette in ginocchio Saronni e Moser, e a Foppolo è maglia rosa, Candido Cannavò, direttore della Gazzetta, scrive: «Visentini era tanto bello a vedersi tra le montagne “invernali” di Foppolo da far pensare che la fatica, anziché martirizzarlo, lo accarezzasse con dolcezza». Sul podio finale di Merano ha 1’02” su Saronni e 2’14” su Moser.
La carriera poi finirà nel 1987, il giorno del tradimento del compagno di squadra Roche a Sappada.
La bellezza, certo. Ma portata con la stessa naturalezza con cui staccava i rivali. E con 27 maglie rosa Visentini è il sesto di sempre in Italia dopo Binda, Moser, Bartali, Saronni e Coppi. Tanti auguri, Roberto.
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