A Urán Urán la tappaccia di Chambéry, in 4 all'ospedale


«Tappaccia eh? Era dura anche in televisione oppure no? In bici era dura…». 

La miglior definizione l’ha data lui, Fabio Aru, quinto nella frazione regina: 4600 metri di dislivello in 181,5 km da Nantua a Chambery, su e giù per il massiccio dello Jura.

Una tappaccia, appunto, la nona: sette colli con 3 hors-catégorie, Col de la Biche, Grand Colombiere e il Mont du Chat, punte del 22% su cui non ci si arrampicava da Merckx ’74. L’unico a vincere qui prima di Rigoberto Urán Urán, escarabajo colombiano che pareva perduto per i grandi Giri. 

Invece, insieme con gli altri cinque big in fuga ha inventato un tappone da tregenda, che ai contorni epici della chanson de geste ha abbinato il dramma delle cadute in discesa di Geraint Thomas dal Col de la Biche e di Richie Porte giù dal Mont du Chat. 

Per Thomas, alla 4a caduta in nove giorni, addio alla clavicola destra, al secondo posto e al Tour; come addio era stato al Giro. 

Nella giornata nera di Quintana e nerissima di Contador, dietro Uran Uran al fotofinish su Barguil (rivincita della Vuelta 2013), Froome, terzo davanti a Bardet e alla tenaglia Astana Aru-Fuglsang, ha guadagnato 4” di abbuono e ora ne ha 18 su Aru, che sale dal terzo al secondo posto nel modo che mai avrebbe voluto. Dopo una «tappaccia». Dura, durissima, sì. Anche in televisione. 
Da Chambéry, per Sky Sport 24, Christian Giordano

IL BOLLETTINO MEDICO:
RICHIE PORTE: frattura a clavicola e bacino; commozione cerebrale senza lesioni; non sarò operato; senza bici per 4-6 settimane
MANUELE MORI: frattura alla scapola destra; pneumatorace e pneumamediastino
ROBERT GESINK: frattura stabile alla vertebra L1
GERAINT THOMAS: frattura alla clavicola destra

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