Barguil sull'Izoard, Froome "vince" il Tour


Fra i templi sacri del ciclismo, mai l’Izoard – nei 34 precedenti di 103 edizioni - era stato arrivo di tappa al Tour. Lo è stato nella 18esima della quarta Grande Boucle vinta – ufficiosamente, ma vinta – da Chris Froome.

Il tappone che chiudeva la due giorni alpina è andato a Warren Barguil, già vincitore a Foix il 14 luglio, che col punteggio doppio ai 2360 di quota ha blindato la maglia a pois di miglior scalatore. 

Nei 179 km e mezzo da Briançon al Col dell’Izoard, il Team Sky ha giocato al gatto coi topolini, che hanno preso via via le forme di Lutsenko (gregario di Aru con cui aveva provato l’Izoard in allenamento un mese esatto fa, il 20 giugno), poi Atapuma secondo al traguardo il 20 luglio, festa nazionale dell’Indipendenza colombiana e infine Bardet, andato a sprintare - con scintille - su Froome per i 4” di abbuono del terzo posto.

Saltato Fabio Aru che al quarto giorno di bronchite è sceso dal quarto al quinto posto dietro Landa e a 1.55” da Froome, la classifica parla chiaro: Froome la gialla può solo perderla, e il podio se lo giocano (ma solo nell’ordine) Romain Bardet a 23” e Rigoberto Urán Urán a 29.

La prova? Mai visto Chris Froome così sorridente e disponibile con i tifosi, dopo l’interminabile cerimoniale post-tappa che tocca al leader. Signore e padrone di questo Tour, ne ha scritta la storia in uno dei templi sacri. E senza neanche bisogno di vincere.
Dal Col dell’Izoard, per Sky Sport 24, Christian Giordano 



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