28.11 - Auguri a... Stephen Roche


Il 1987 verrà ricordato come un anno storico per il ciclismo: l'irlandese Stephen Roche eguaglia l'impresa di eguagliare il "Cannibale" Eddy Merckx, vincendo nello stesso anno Giro, Tour e Campionato del mondo.

A ventidue anni sposò Lydia Arnaud, di quattro anni più giovane (si erano conosciuti un anno prima); la coppia ha avuto quattro figli, Nicolas, divenuto ciclista professionista nel 2005, la secondogenita Christel e i più piccoli Alexis e Florian, salvo poi divorziare nel 2003. Il fratello di Stephen, Laurence, fu anch'egli ciclista professionista, i due corsero anche alcune gare insieme in gruppo; la sorella Maria è invece la madre di Daniel Martin, pure lui, dal 2008, ciclista nella categoria professionisti.

Roche nasce a Dublino il 28 novembre del 1959. Sboccia ciclisticamente in Francia, l'anno migliore è il 1980, dove vince una ventina di gare, tra cui spicca la Parigi-Roubaix dilettanti. In quella edizione, Roche riesce a spuntarla dopo un duello bellissimo con Dirk Demol (poi vincitore della Roubaix per professionisti nel 1988). Grazie a quelle vittorie, Roche strappa un contratto da professionista.

Nel 1981 corre con la Peugeot-Shell-Michelin. Si distingue subito come il giovane più interessante, vincendo corse di spessore: classifica finale del Giro della Corsica e Classifica finale della Parigi-Nizza. Nella stagione 1982 il suo miglior risultato fu il secondo posto nell'Amstel Gold Race. La sua scalata al successo continuò nel 1983 con le vittorie al Giro di Romandia, al Gran Premio di Vallonia, all'Étoile des Espoirs ed alla Parigi-Bourges. Al Tour de France 1983 si piazzò tredicesimo; concluse la stagione con una medaglia di bronzo ai mondiali su strada di Altenrhein, in Svizzera, battuto da Greg LeMond e Adrie van der Poel.

Nel 1984 corse con la squadra La Redoute dopo aver avuto problemi contrattuali con la Peugeot. Vinse ancora il Giro di Romandia, la Nizza-Alassio e la Subida a Arrate e ottenne il secondo posto alla Parigi-Nizza. Concluse il Tour de France al venticinquesimo posto.

Nel 1985 vinse il Critérium International, il Tour du Midi-Pyrénées, fu secondo alla Parigi-Nizza e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi. Al Tour de France 1985 vinse la 18ª tappa, con arrivo sul Colle d'Aubisque, e concluse la gara sul podio al terzo posto, a 4'29" dal vincitore Bernard Hinault. Nel novembre 1985, mentre gareggiava alla Sei giorni di Parigi con il professionista britannico Anthony Doyle, cadde e si infortunò seriamente al ginocchio destro. Questo problema pregiudicò la sua stagione 1986, la prima con la Carrera. I riflessi dolorosi all'arto e i problemi cronici alla schiena si ripresenteranno per il resto della carriera.

Nel 1987 fu protagonista un'ottima primavera agonistica: tra febbraio e aprile vinse la Volta a la Comunitat Valenciana e, pur penalizzato da una foratura, si classificò quarto, con una vittoria di tappa, alla Parigi-Nizza. Concluse quindi al quarto posto la Freccia Vallone e al secondo, battuto da Moreno Argentin, la Liegi-Bastogne-Liegi (in carriera, fu questo il suo miglior risultato nelle classiche monumento, ndr). In maggio si aggiudicò per la terza volta il Giro di Romandia, facendo suoi anche due successi di tappa. Al Giro d'Italia, nonostante i risultati conseguiti nella prima parte di stagione e l'ottima forma con cui si avvicinava alla "Corsa Rosa", il capitano designato della Carrera era Roberto Visentini, vincitore dell'edizione 1986. 

Ma il Giro 1987 lo vinse Roche: l'irlandese si aggiudicò la seconda semitappa della prima frazione (cronodiscesa di 8 km dal Poggio a Sanremo) e la ventiduesima e ultima tappa, una cronometro individuale di 32 km a Saint-Vincent (li coprì alla media di 43,359 km/h), oltre alla cronometro a squadre del quarto giorno. La classifica generale finale fu così sua.

Nonostante tali vittorie, comunque, il momento saliente della corsa fu la tappa da Lido di Jesolo a Sappada, quando Roche, contravvenendo agli ordini di squadra, decise di andare in fuga e, pur con la propria squadra – su decisione del ds Davide Boifava – ad inseguirlo per difendere il capitano Visentini, riuscì a guadagnare 3'12" e a togliere la maglia rosa all'italiano.

Visentini lo accusò di tradimento e nell'ultima settimana di corsa Roche dovette sfidare, ogni giorno, il fortissimo astio da parte dei tifosi italiani e di una stampa nazionale critica nei suoi confronti. Anche parte dei compagni di squadra si schierarono con Visentini: si disse che l'unico membro della Carrera che non gli corresse contro nell'ultima settimana fosse il fidato gregario Eddy Schepers; Roche fece sua la Corsa Rosa, anche con il  sostegno di alcuni corridori della Panasonic, capitanata da Erik Breukink, e soprattutto di Robert Millar, che poi chiuse secondo in classifica generale

Il Tour de France 1987 fu uno dei più difficili degli ultimi anni – 4231,1 chilometri suddivisi in 25 tappe, dieci delle quali di montagna – nonché, dopo il ritiro dalle corse di Bernard Hinault e con Greg LeMond messo fuori causa da un incidente di caccia, uno dei più incerti e combattuti.

Roche, presentatosi come outsider, inizialmente senza ambizioni di trionfo, vinse la decima tappa, una cronometro individuale di 87,5 km conclusasi a Futuroscope; arrivò poi secondo nella diciannovesima frazione, sfilando la maglia gialla a Jean-François Bernard, ma già l'indomani, sull'Alpe d'Huez, dovette cedere il primato a Pedro Delgado, che all'arrivo lo aveva preceduto di 1'44".

Nella ventunesima tappa, un'altra frazione alpina con il Colle del Galibier, il Colle della Madeleine e l'arrivo a La Plagne, Roche si ritrovò ancora ad inseguire lo spagnolo, partito all'attacco sulla salita finale, ma riuscì infine a perdere solamente 4 secondi. Appena tagliato il traguardo perse però conoscenza e, non riuscendo a respirare, ebbe bisogno di una maschera di ossigeno; si riprese comunque bene e il giorno dopo attaccò il rivale in discesa strappandogli altri 18".

In quel Tour la maglia gialla venne vestita da altri sette atleti, prima che Roche sfruttasse, al penultimo giorno, i 38 km della cronometro di Digione per recuperare gli ultimi 21 secondi e vincere il Tour con 40" di margine su Delgado: era quello il secondo distacco minimo tra primo e secondo fino ad allora, dopo quello di 38 secondi di Jan Janssen su Van Springel nel 1968 (due anni dopo, Greg LeMond batté Laurent Fignon per soli 8 secondi, ndr). 

Roche divenne così il quinto ciclista capace di vincere Giro e Tour nello stesso anno, dopo Coppi, Merckx, Anquetil e Hinault (poi vennero le doppiette di Indurain e Pantani, ndr); fu anche il primo irlandese a vincere il Tour de France, fatto rimarcato dalla presenza dell'allora primo ministro irlandese Charles Haughey sul podio della premiazione sugli Champs-Élysées.

In agosto corse alcuni criterium in preparazione al Campionato mondiale di Villach, Austria, del 6 settembre. Quel giorno Roche lavorò incessantemente a favore del compagno Sean Kelly, principale favorito, andando a chiudere, negli ultimi quattro giri, su numerosi tentativi di fuga. Andò poi lui stesso all'attacco nell'azione decisiva, al penultimo giro, per coprire il proprio connazionale, rimasto imbrigliato nella pancia del gruppo e non in perfette condizioni fisiche.

Davanti rimasero in cinque, Roche, Teun van Vliet, Rolf Gölz, Rolf Sørensen e Guido Winterberg; l'irlandese attaccò a 500 metri dal traguardo e vinse con pochi metri di vantaggio sul plotoncino degli inseguitori, che stava proprio in quel momento per completare il ricongiungimento.

Alla fine della stagione 1987 Roche annunciò un cambio di squadra, dalla Carrera Jeans alla Fagor-MBK, portandosi con sé alcuni compagni di squadra tra cui i britannici Sean Yates, Malcolm Elliot, Robert Millar, più volte vincitore della maglia a pois del Tour de France, e il fedele gregario Eddy Schepers.

La stagione 1988 cominciò male con il riacutizzarsi dell'infortunio al ginocchio sinistro: Roche saltò sia il Giro d'Italia, per un fibroma da cicatrice allo stesso ginocchio, che il Tour de France, e al termine dell'anno non aveva messo a referto alcuna vittoria.

Nel 1989 vinse la Vuelta al País Vasco, fu ancora secondo alla Parigi-Nizza (per la quarta volta) ed ottenne il nono posto al Giro d'Italia; dovette invece ritirarsi dal Tour de France dopo aver picchiato, sul manubrio della bicicletta, il ginocchio destro, quello già interessato dall'infortunio del 1985. Al termine dell'anno la Fagor-MBK chiuse i battenti e Roche dovette cambiare squadra un'altra volta.

Nel 1990 passò così alla Histor-Sigma, aggiudicandosi, in quella stagione, la Quattro giorni di Dunkerque. Nel maggio del 1990 Paul Kimmage, ex ciclista professionista irlandese e già compagno di squadra di Roche alla Fagor-MBK, pubblicò un dossier molto diretto sulla vita nel gruppo dei professionisti. Il libro Rough Ride portò alla luce l'utilizzo endemico di doping – soprattutto stimolanti e steroidi. La pubblicazione del libro portò a una reazione di disappunto da parte di Roche, che non condivideva il modo in cui la tematica veniva trattata; avanzò anche minacce legali, nonostante nel libro si accennasse in maniera lusinghiera alle sue vittorie e non si parlasse direttamente dell'uso di sostanze dopanti da parte sua.

Nel 1991, accasatosi alla TonTon Tapis-GB di Roger De Vlaeminck, Roche vinse la Settimana Catalana e il Critérium International; quell'anno prese il via anche al Tour de France ma, per un contrattempo dovuto all'espletamento di necessità corporali, si presentò alla cronosquadre con sette minuti di ritardo rispetto alla partenza dei compagni: coprì allora da solo i 37,5 chilometri del percorso finendo però fuori tempo massimo di cinque minuti, e di conseguenza escluso dalla corsa.

Nel 1992 vinse la tappa di La Bourboule al Tour de France: era tornato alla Carrera di Davide Boifava, e alla Grande Boucle, questa volta non come capitano, ma come gregario di Claudio Chiappucci, ottenne il nono posto finale.

Nel 1993 fu nono al Giro e tredicesimo al Tour. Si ritirò dal professionismo alla fine della stagione, in cui ottenne solo una vittoria, nel criterium post-Tour de France di Château-Chinon.

Dopo il ritiro, Roche ha a lungo vissuto in Francia, gestendo anche un albergo, il "Roche Marina Hotel" a Villeneuve-Loubet, sulla Costa Azzurra, e organizzando al contempo campi di allenamento-vacanza per ciclisti sia nel sud della Francia che sull'isola spagnola di Maiorca. Ha lavorato anche come commentatore ciclistico sul canale televisivo Eurosport ed è stato testimonial Tour de France per l'azienda in Normandia di formaggi francesi Coeur de Lion.

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