Tutti in fila per il Giro 101

Aru-Dumoulin sì, Nibali forse, Froome in bianco ride e twitta
Il re del Tour cambia colore della maglia e fa pensare che...
Domani a Milano (diretta Rai2 dalle 17) nasce l’edizione 2018: in sala pure Contador. 

di LUCA GIALANELLA
Gazzetta dello Sport, 28 novembre 2017

Passato, presente e futuro dei grandi giri. La leggenda Alberto Contador (7 successi), Vincenzo Nibali (4), Fabio Aru (1) e Tom Dumoulin, vincitore del 100° Giro d’Italia. Fianco a fianco negli studi tv di «Che tempo che fa» a Milano, dove domani alle 17 (diretta Rai2; streaming estero su giroditalia.it) verrà svelato il tracciato della corsa rosa 2018. E dall’altra parte del mondo, in Australia (dove è appena arrivato da Miami, in Florida), ci sarà un loro collega «molto» interessato: Chris Froome, 4 volte re del Tour dal 2013 a oggi, maglia rossa alla Vuelta 2017. Gli manca la missione Italia, dove è cresciuto ciclisticamente.

TRACCIATO E BIG 
Si sa già tanto, comunque. Tre tappe in Israele, il via da Gerusalemme venerdì 4 maggio, con una crono di 10 chilometri. Altre due tappe in Israele, il trasferimento in Sicilia, lo Zoncolan (ultima volta 2014), l’affascinante conclusione domenica 27 maggio a Roma (come nel 2009). E la partecipazione? Ventidue squadre di otto corridori, 176 al via. I big? Cominciamo da chi ancora non c’è, o forse ha già deciso: Froome. Guardate il tweet a fianco, postato dall’account del Giro: crono del Sagrantino 2017, corridore Sky (è Landa), bici Pinarello. Il britannico rilancia e pensa... in rosa. Ha disputato due volte il Giro: 2009, maglia Barloworld-Bianchi, 32° a 1h15’ da Menchov (6° sul San Luca a Bologna); 2010, prima stagione a Sky, messo fuori corsa dalla giuria per traino nella tappa del Mortirolo (arrivo ad Aprica) vinta da Scarponi. Lui punta, eccome, al Giro 2018. Per la storia: ha vinto il Tour, un mese e mezzo dopo la Vuelta (prima doppietta da Hinault 1978) e potrebbe essere il primo a vincere i tre giri di fila. Per il suo valore: accettare di mettersi in gioco nella «corsa più dura al mondo nel Paese più bello al mondo», su strade e salite non facili. Per Israele, già protettorato britannico, avere Froome al via vorrebbe dire moltiplicare l’importanza dell’evento; per il Giro, proiettarsi in una dimensione mondiale. Il TeamSky, poi, ha molti interessi in Italia, a cominciare dalle biciclette di Fausto Pinarello. In ogni caso, Froome correrà con la nuova maglia bianca (e fascia azzurra), presentata ieri. 

AVVERSARI 
Ha detto subito sì al Giro 2018 Fabio Aru, che manca da due edizioni: nel 2015 2° alle spalle di Contador. Leader della Uae-Emirates di Saronni, ritorna in Italia più maturo e con un elevato appeal internazionale. Dirà sì al Giro a gennaio l’olandese Tom Dumoulin, 1° nel 2017 e oro mondiale crono. Se ci fosse Froome, sarebbe una sfida eccitante (finora inedita) tra il presente e il futuro dei giri, entrambi formidabili cronomen. E Vincenzo Nibali, il simbolo dell’Italia ciclistica? Ci sta pensando. «Il cuore in Italia, la testa al Tour», ripete. Il siciliano della Bahrain-Merida è tentato (e molto) dal Tour, che gli si addice moltissimo. E lo stimola, tra sterrato e pavé. La squadra del principe Nasser ha bisogno di correre in Francia con la miglior formazione: Nibali, Pozzovivo e i fratelli Izagirre. Se Vincenzo non corresse il Giro, allora nella corsa rosa il leader sarebbe il lucano. La decisione, in ogni caso, arriverà entro pochi giorni. 

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