Stephen Roche

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Buon compleanno a Stephen Roche (Dublino, 28 novembre 1959), l'eroe del 1987.
In quell'anno si presenta al Giro d'Italia dopo aver vinto la Volta a la Comunitat Valenciana e il Giro di Romandia. Nonostante il suo momento di forma, il capitano designato della Carrera fu l'italiano Roberto Visentini, vincitore dell'edizione 1986. Ma il Giro 1987 lo vince l'irlandese, dopo essersi si aggiudicato la seconda semitappa della prima frazione (cronodiscesa di 8 km dal Poggio a Sanremo) e la ventiduesima e ultima tappa, una cronometro individuale di 32 km a Saint-Vincent (li coprì alla media di 43,359 km/h), oltre alla cronometro a squadre del quarto giorno.
Il momento più importante della corsa rosa di quell'anno è la tappa da Lido di Jesolo a Sappada, quando Roche, contravvenendo agli ordini di squadra, va in fuga. La Carrera, per difendere il capitano Visentini, si mette all'inseguimento di Roche, che riesce a tenere un vantaggio all'arrivo di 3'12" e a togliere la maglia rosa all'italiano. Visentini lo accusa di tradimento.
L'ultima settimana di Giro è terribile per il corridore irlandese, chiamato a competere con il fortissimo astio da parte dei tifosi italiani e di una stampa nazionale critica nei suoi confronti. Anche gran parte dei compagni di squadra si schiera con Visentini (si dice che l'unico membro della Carrera che non gli corresse contro nell'ultima settimana fosse il fidato gregario Eddy Schepers). Roche, anche con l'aiuto dei corridori della Panasonic co-capitanata da Robert Millar, che poi chiuderà secondo, conquista il Giro.

Al Tour de France si presenta come outsider, ma, vincendo la crono individuale nell'ultima tappa a Digione, strappa la maglia gialla allo spagnolo Delgado e vince il Tour.

Il 6 settembre, al campionato mondiale di Villach, in Austria, Roche dovrebbe fare da gregario al favorito Sean Kelly. Chiude i vari tentativi di fuga dei suoi avversari negli ultimi 4 giri, ma vedendo il suo capitano non in perfette condizioni fisiche e imbrigliato a centro gruppo, entra all'azione decisiva insieme con altri 4 corridori: Teun van Vliet, Rolf Gölz, Rolf Sørensen e Guido Winterberg. Nei 500 metri finali Roche però stacca tutti e va a prendersi quel titolo mondiale che lo iscrive di diritto nell'albo delle leggende, essendo, a sorpresa, il secondo ciclista nella storia a vincere Giro, Tour e mondiale nello stesso anno, dopo Eddy Merckx nel 1974.

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