A Villa Condulmer nel 1987 la breve vacanza prima del G7
Il Mattino di Padova, 7 giugno 2004
VENEZIA. Il vertice era per Sette Grandi, e infatti si chiamava G7. Venezia, giugno 1987: Amintore Fanfani era presidente del Consiglio, Francesco Cossiga presidente della Repubblica. Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti, aveva deciso di anticipare di una settimana l'arrivo in Italia. Una vacanza, con la moglie Nancy, a Villa Condulmer di Zerman di Mogliano Veneto.
Sembra un'altra epoca. Le più imponenti misure di sicurezza di allora oggi non basterebbero per un secondo cugino di George W. Bush. Per Zerman e le sue poche anime erano stati giorni straordinari: il nome del paese su tutti i tg, i Reagan non li vedeva nessuno ma sapere che c'erano era bellissimo. Il presidente e la moglie erano arrivati a Tessera sull'Air Force One, poi un elicottero li aveva portati sul campo da golf Condulmer e una limousine nera fino all'ingresso, dove li aveva accolti Paolo Magrino. Giorni sereni: colazione nel parco, conferenze stampa per giornalisti americani, unici accreditati, con il mitico leggio portato fin dagli Usa e piazzato nella scalinata della villa, pomeriggi in piscina, cene romantiche con lui che cantava per lei accompagnato al piano da una guardia del corpo.
Nella villa requisita e blindata arrivavano ogni giorno rose rosse dalla fiorista di Mogliano centro; la locale sezione del Partito repubblicano, con inutile insistenza, invitava Reagan a cena in una trattoria con pergola e in cambio di tanto onore si diceva disposta a cambiare il nome in Zerman City per ricordare l'evento. Il sindaco di Mogliano, Corrado Tegon, era stato ricevuto e ringraziato dai Reagan.
Il vertice paralizzò Venezia; c'erano agenti segreti fin nei pozzi, uomini rana vivevano inabissati in laguna. Un cronista de La Nuova Venezia, Maurizio Crovato oggi responsabile del tg Rai del Veneto, si travestì da cameriere e beffando tutti servì al tavolo nella cena di gala, svelando poi ogni dettaglio. Non essendo ancora nati i Disobbedienti, fu il massimo del brivido di quei giorni da prima pagina. (a.san.)
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