Russia 2018, il nostro posto non è là


Fa ancora male, ma meglio prima che poi dobbiamo uscirne e quindi tanto vale godercelo. Perché ormai ci siamo: 1432 giorni dopo il gol di Goetze ai supplementari in finale contro l'Argentina, il Mondiale torna in campo con la fase a gironi. Goetze - non convocato nella Germania di Loew - non ci sarà, idem l'Italia dopo sessant'anni.

Sarà il primo dell'èra-Infantino, presente, presentissimo all'ouverture al Luznhiki di Mosca: Russia padrona di casa contro Arabia Saudita, cui - ahinoi - abbiam fatto noi da sparring partner per aprire il nuovo corso del Mancini Ct.

In panca alla prima andranno invece da una parte il criticatissimo Cherchesov per una Russia dall'età media alta, eppure inesperta dietro dopo il ritiro dei gemelli Berezutski; dall'altra un argentino, Pizzi, che nel 2016 ha sfilato ai connazionali, ai rigori, la Copa América 2016. 

Terza finale persa consecutiva nella Selección per Messi, chiamato ormai 31 anni al mondiale della vita. E come lui l'altro dioscuro suo coevo, Cristiano Ronaldo, che però ci arriva da campione d'Europa sia col Portogallo, sia col Real Madrid, che ha sconquassato la vigilia provocando indirettamente l'esonero del Ct spagnolo Lopetegui, prossimo allenatore merengue, a 48 ore dal debutto nel derby iberico col Portogallo.

Anche e non solo per questo, il primo mondiale col VAR è già nella storia. Speriamo lo sia per molto altro: in campo con i tanti big e soprattutto fuori, per sicurezza, hooligan e razzismo. 

Dai, altri millequattrocentoerotti giorni, e in Canada-Messico-USA 2026 torneremo a esserci. Perché il nostro posto è là.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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