Dejagah, iraniano di Berlino: il bad-boy sogna il colpo
Fama da cattivo, è cresciuto con i big tedeschi lanciati da Löw:«Possiamo centrare gli ottavi»
di Pierfrancesco Archetti, Gazzetta dello Sport, 25 giugno 2018
I ragazzi del 2009, anno in cui divennero campioni d’Europa Under 21, furono portati quasi in blocco nella Germania dei grandi da Joachim Löw, per il Mondiale 2010 in Sudafrica. Neuer, Boateng, Khedira, Özil, Hummels formano ancora il nucleo centrale dei campioni del mondo. L’attaccante di talento di quel gruppo era un berlinese di famiglia iraniana, Ashkan Dejagah, cresciuto nel campetto in cemento di Wedding, quartiere della capitale. I suoi compagni nelle infinite partite dell’adolescenza erano i fratelli Boateng. «Siamo partiti con un sogno a Berlino e siamo qui alla Coppa del Mondo» ha scritto qualche giorno fa Jerome sui social, con hashtag #Berlinboys. Dejagah è passato anche dal ritiro tedesco, prima di Iran-Marocco, per salutare gli amici di sempre.
BAD BOYS
Dejagah, 31 anni, è stato anche capitano dell’Iran, adesso un infortunio al ginocchio lo ha frenato. In autunno non aveva squadra,scaricato dal Wolfsburg, con cui vinse anche la Bundesliga; ha trovato un ingaggio nella seconda divisione inglese, al Nottingham Forest, è andato k.o. al primo match ed è stato operato. La fama di badboy, non solo Berlin-boy, non lo ha mai abbandonato.
Da Under 21 fu al centro di un caso diplomatico internazionale: si rifiutò di giocare con la Germania in Israele per motivi politici, vista la sua doppia nazionalità. Temeva delle ritorsioni per la sua famiglia a Teheran, e la comunità ebraica tedesca, spalleggiata da alcuni parlamentari, ne chiese l’esclusione dalla nazionale. Anche al ritorno era assente, però non parlò più di politica ma di un improvviso dolore a un polpaccio. Dal 2012 ha scelto l’Iran, dove è nato prima di emigrare quando aveva un anno; non una decisione ideologica, soltanto di campo: Löw non lo convocava. E’ al secondo Mondiale e alla sua combriccola dell’Under 21 anno 2009 ha raccontato che «l’Iran ha il potenziale per arrivare per la prima volta agli ottavi». Se batte il Portogallo oggi, il passo storico sarà compiuto. Quanto a lui, gli basta essere tornato in vista come calciatore e non come proprietario di un ristorante di sushi, la sua recente occupazione quando il calcio sembrava non volerlo più.
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