Grazie a Davide Cassani siamo a 51: la rosa è di Stephen Roche di Federico Meda





«Io non ha mai conquistato la maglia rosa, però ne avevo in casa due. Quella di Visentini del 1986 e quella di Roche del 1987, miei compagni alla Carrera di Boifava. Mi sono messo d’accordo con Sergio Meda per donarla al Ghisallo, anche se con un pizzico di egoismo mi sarebbe piaciuto tenerla ma al museo la vedrà più gente, rispetto a casa mia».

«Vado a cercarla ma non la trovo. Così chiamo Sergio Meda e mi scuso. Non so se mi abbia creduto o no ma è andata così: l’avevo persa. Il 13 ottobre è morto mio papà e mia madre dopo una settimana, come succede sempre, è andata a sistemare un po’ gli armadi. E in fondo ha trovato c’era una cassettina, dove mio padre aveva nascosto la maglia rosa»

«Appena l’ho recuperata ho pensato a mio padre e alla promessa che avevo fatto. Anche perché a pochi giorni dalla morte di mio padre è mancato anche Fiorenzo Magni. Per questi motivi voglio regalare questa maglia: l’ho promessa a Sergio Meda, e perché la voglio dedicare a queste due grandi persone. Una è mio padre, che è stato importante per me e Fiorenzo Magni che è stato importante per tutti coloro che amano e hanno amato il ciclismo».

Dopo oltre un anno di attesa, la maglia di Stephen Roche è finalmente al Ghisallo, in qualità di 51-esima rosa della collezione. A donarla un emozionato Davide Cassani, a margine degli Oscar Tuttobici. A riceverla sul palco i due nipoti di Magni, Edoardo e Riccardo Fracassi, gestore della pagina facebook dedicata al nonno Fiorenzo.

Roche indossò questa rosa il 27 maggio 1987, in occasione della tappa Terni-Monte Terminillo. Era leader da tre tappe e aveva già conquistato due vittorie, entrambe contro il tempo: una individuale nella cronodiscesa Poggio-Sanremo (una follia alla Torriani) e una a squadra nella Lerici- Lido di Camaiore.

La particolarità di questo esemplare prodotto dal maglificio Castelli sono i due squarci sui fianchi, più o meno simili per altezza e dimensioni. «Li fece proprio Stephen, per il troppo caldo, durante l’ascesa del Terminillo», ci spiega Cassani. Fu sì il Giro delle polemiche interne alla Carrera-Vagabond per la doppia leadership di Roche e Visentini, ma anche l’anno in cui l’irlandese fece triplete, che nel ciclismo significa Giro-Tour-Campionato del Mondo. Chapeau, a lui e a Cassani.

Alla prossima (maglia).

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