Luigi Rigamonti, il Gran Lombardo
Gianni Brera, Sport e giornalismo: il Gran Lombardo
G. Brera, L’arcimatto, Longanesi, Milano, 1978.
Il brano che segue racconta la storia di Luigi Rigamonti, bresciano, campione di lotta libera, sport povero ieri come oggi. L’atleta era anche un grande chirurgo, soprannominato Gran Lombardo [1] per la sua integrità fisica e morale.
Il Gran Lombardo è primario chirurgo all’ospedale di Brescia. Ha smesso di fare lotta. Sono anni che deve curare la professione e non più di quella. È un tipo straordinario. Tu sai che suo fratello è morto in una sciagura aerea: bene, quando veniva via con la Nazionale doveva farlo di nascondone per non impressionare né i vecchi né la moglie.
[…]
Il Gran Lombardo era alle prese con Johansson* (io, Brera, non ne ricordo il nome), campione del mondo. Johansson l’ha preso un po’ sottogamba. Il Gran Lombardo l’ha abbrancato per la vita e stava per schienarlo senza pietà. Così stretti, i due omoni hanno resistito un poco soffiando come balene. Poi Johansson, per liberarsi, ha dato un gran colpo all’indietro, ma disgraziatamente ha battuto la nuca sul duro pavimento, fuori materassino. È rimasto allora come stecchito. E nessuno si è accorto del dramma tranne il Gran Lombardo.
[…]
«Non c’è proprio nessuno» hanno spiegato al Gran Lombardo e lui «Allora debbo operarlo io». Il mediconzolo di guardia ha sbarrato gli occhi. «Dov’è la doccia?» ha domandato il Gran Lombardo. E al mediconzolo: «Prepari quello che può. I guanti, l’ossigeno, (o che so io). Mi assisterà lei con due infermiere». Il mediconzolo, benché stranito e offeso ha dovuto obbedire. L’operazione è durata ore. Alle sette di mattina, Johansson veniva dimesso fuori pericolo dalla sala operatoria. Il Gran Lombardo ha rifatto la doccia e preso un caffè doppio per presentarsi al secondo turno di campionato.
* Thure Johansson (Svezia, 1912-1986), bronzo olimpico lotta libera, cat. pesi mosca, Londra 1948
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