La metaMourfosi: da provocatore a provocato


Tre come le Premier vinte nel suo ex stadio, per quelli che un tempo erano i suoi tifosi.

Tre come le delusioni patite su quel campo ogni volta che ci era tornato da ex, dopo il suo secondo addio ai Blues: due sconfitte in campionato (compreso il 4-0 con ramanzina nell'orecchio a Conte per quell'esultanza ritenuta eccessiva) e una in FA Cup.

Ma José Mourinho è così: più lo mandi giù e più lui sembra godere nel ritirarsi su, meglio ancora se dall'orlo del precipizio.

Era successo in rimonta contro il Newcastle del rivale Benitez, con tanto di gesto e insulti in favore di telecamera a Gary Neville.

E' successo alla prima contro Sarri, e anche qui: altra con lite - stavolta da provocato anziché provocatore - dopo il 2-2 di Barkley al 96'.

Peccato perché l'incidente con Marco Ianni, assistente di Sarri già al Napoli, ha deviato i riflettori da una sfida tra maestri, bella soprattutto nella ripresa.

Mourinho infatti si conferma tale nel ritagliare squadra e spartito sugli avversari. Ha battezzato le fonti di gioco - Mata in pressione su Jorginho, Young e in raddoppio sistematico Matic duri su Hazard - e ha sfruttato la giornata no di Morata, Willian e Kanté, sottotono come nella Francia contro la Germania; oltre al consueto svarione difensivo di David Luiz, decisivo però dall'altra parte con il palo del 2-2 di Barkley.

Il Chelsea resta imbattuto e lo United a -7, ma Mou - allo Stamford Bridge - ha spezzato il sortilegio. E lo United è ancora un po' più suo.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO




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