Il gussaghese Rosola dirige il russo Foliforov al Giro 2016
Gussago News, 14 maggio 2016
di Angiolino Massolini
Il terzo e ultimo giorno di riposo del Giro d’Italia numero 99 è stato trascorso dall’intera carovana in albergo. Il maltempo ha costretto i corridori a limitarsi a un po’ di rulli e nulla più. È stato anche il giorno per rivivere emozioni e delusioni che hanno avuto per protagonisti il russo Alexander Foliforov e Vincenzo Nibali, diretti da due tecnici bresciani doc come Paolo Rosola e Giuseppe Martinelli. Paolone, per un giorno, è salito in paradiso; il Peppo, invece, stavolta sta vivendo un’esperienza amara per via della débâcle del suo campione che tre anni fa trionfò proprio a Brescia davanti a mezzo milione di persone.
Paolo Rosola, di Gussago, 12 volte al via del Giro d’Italia con 12 successi di tappa (il primo a Ferrara nel 1981, l’ultimo a Jesolo nell’88), dopo aver guidato la squadra femminile russa di mountain bike, quest’anno nell’organico della Gazprom Rusvelo, che sta per Russia Ciclismo. In carriera è stato spesso impegnato nelle corse contro il tempo: ha vestito la maglia azzurra della cronosquadre juniores a Losanna 1975 dove Roberto Visentini vinse la corsa in linea, e disputato alcune edizioni del Trofeo Baracchi dilettanti.
Conosce come pochi l’esercizio delle prove a cronometro ed è stato proprio lui a dettare il ritmo all’inaspettato vincitore della cronoscalata di domenica, la Castelrotto-Alpe di Siusi dell’altro giorno, costata carissima a Nibali. «Foliforov è quantomai predisposto per le corse contro il tempo – assicura Rosola –, soprattutto quelle dure dove bisogna azionare rapporto lungo e corto senza avvertire scompensi. Domenica è stato perfetto, ha saputo scegliere i rapporti con intelligenza. Quando abbiamo esaminato il percorso ho capito che avrebbe potuto ottenere un grosso risultato: l’ho visto spingere senza difficoltà anche nei tratti più difficili. Credo abbia margini di miglioramento notevoli. Un ragazzo in gamba».
Diverso il morale di Martinelli, che ha avuto modo di parlare a lungo con Nibali: «Nelle corse a cronometro non ci si può nascondere – rivela il franciacortino di Lodetto –. Vincenzo è incappato in una giornata-no e ha pagato pesante pedaggio. Avesse avvertito lo stesso problema in una delle tappe in linea avrebbe potuto mascherarlo ma quando sei solo non puoi barare. Il Giro, però, non è ancora finito. Dovrà fare un’impresa per superare Steven Kruijswijk, che sta attraversando uno splendido periodo di forma. Nibali però è un campione: credo e spero possa risollevarsi. Il Giro finirà domenica a Torino, c’è tempo per recuperare».
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